GIRO D'ITALIA
Davide Bais primo sul traguardo di Campo Imperatore
Dopo Marco Pantani nel 1999 un altro ciclista italiano si aggiudica l'arrivo di Campo Imperatore, Davide Bais compie l'impresa e trionfa sul Gran Sasso, dopo una lunga fuga di oltre 215 chilometri
CAMPO IMPERATORE. Davide Bais si aggiudica la 7^ tappa del Giro d’Italia da Capua a Campo Imperatore pochi metri dal traguardo finale stacca i compagni di fuga Vacek e Petilli, cogliendo la sua prima vittoria tra i professionisti. Alle loro spalle il gruppo maglia rosa si limita a controllare il distacco dai fuggitivi. Leknessund resta leader. La prima vera frazione impegnativa, in vista delle Alpi, con l’ascesa finale sul Gran Sasso dopo 218 Km ed un dislivello di 4mila metri. Una tappa dura caratterizzata dalla fuga straordinaria di tre corridori per gran parte della gara, i due italiani Davide Bais della Eolo-Kometa-Cycling e Simone Petilli della Intermarché-Circus-Wanty giunto terzo sul traguardo e Karel Vacek della Corratec Selle Italia secondo sul podio. Resta immutata la classifica generale con la maglia rosa ancora sulle spalle di Andreas Leknessund ciclista norvegese che corre per il Team DSM.
Sorride l'Italia, che dopo la vittoria di Jonhatan Milan a San Salvo si gode quella del trentino Bais e il terzo posto di Petilli.
"Non pensavo di avere chance, volevo dare una mano a Fortunato e guadagnare un po' di punti per la maglia azzurra.
Quando ho visto che potevo andare, mi sono gestito un po' per andare più forte nel finale. Devo ancora realizzare quello che è successo, da tanto tempo inseguivo questa vittoria e sono davvero felice. Voglio dedicare la vittoria al nostro compagno Arturo Gravalos che sta attraversando un momento difficile, alla mia fidanzata, alla mia famiglia e a tutta la squadra", le parole di Bais alla fine della tappa. Non nasconde la soddisfazione Vacek a fine giornata: "Non ho vinto, ma è come se lo avessi fatto - dice - Da sei anni non lottavo per vincere, da under me la giocavo con Evenepoel e invece ho affrontato un periodo durissimo. Volevo smettere e non dovevo nemmeno partecipare al Giro". La tappa parte da Capua e dopo appena sette chilometri si forma una fuga a quattro: Mattia Bais (Eolo Kometa) è il primo a muoversi, ma a formare l'azione giusta sono il fratello Davide, Simone Petilli (Intermarché Circus Wanty), Henok Mulubrhan (Green Project Bardiani Csf Faizanè) e Karel Vacek (Corratec). Il gruppone preferisce risparmiare le energie fisiche e mentali, e li lascia andar via. I primi novanta chilometri di falsopiano, che portano da Campania ad Abruzzo via Molise, scorron via tra mantelline e gambali con un distacco che tocca i dieci minuti. E anzi li supera dopo il Gran Premio della Montagna di Roccaraso, che riporta un clima atmosferico sereno sulla carovana e riduce i battistrada a un terzetto: Petilli (che si gode la maglia rosa virtuale), Bais (che si è preso di forza il GPM) e Vacek in discesa sfiorano i 13 minuti di vantaggio fino al traguardo volante di Bussi sul Tirino, conquistato da Davide Bais. Il trio di testa procede concentrato e regolare sul successivo tratto pianeggiante, che precede gli ultimi 43 km decisivi: la lunga scalata del Gran Sasso. Di passo, senza strappi, col graduale distacco in coda delle ruote veloci e di quelle che hanno tirato maggiormente nella sezione precedente del percorso, il gruppo trainato dalla DSM del leader Leknessund rosicchia sì terreno, ma molto lentamente.
Nessuna squadra dei big si prende responsabilità, i tre al comando superano i 210 chilometri faccia al vento e vanno a giocarsi la vittoria e spartirsi il podio di giornata. Il gruppo, regolato da Remco Evenepoel (Soudal-QuickStep) davanti a Primoz Roglic (Jumbo-Visma) e Thibaut Pinot (Groupama FDJ), arriva a 3'11" mentre Leknessund si tiene stretta la maglia rosa. Domani l'8^ tappa Terni-Fossombrone. Tantissima gente lungo tutto il percorso. Oltre ai mille fortunati che sono riusciti ad aggiudicarsi un posto per salire in funivia, molti sono giunti sul traguardo a piedi dopo un'ora di marcia partendo da Fonte Cerreto. Tra i corridori c'è stato anche chi si è concesso il piacere di gustare i tradizionali arrosticini abruzzesi pedalando lungo il tragitto.