De Cecco, da industriale a dottore in Bioscienze a Teramo

11 Luglio 2015

Cerimonia all’università di Teramo per il conferimento della laurea honoris causa. Il rettore D’Amico: gruppo famoso nel mondo senza dimenticare le proprie radici

TERAMO. Ha sfilato insieme ai docenti – il rettore Luciano D’Amico in testa con tocco e toga con l’ermellino – nell’aula delle lauree di Giurisprudenza, sulle note di “Gaudeamus igitur”, l’antico inno della goliardia. Filippo Antonio De Cecco ha ricevuto ieri la laurea honoris causa in Bioscienze e tecnologie agro-alimentari e ambientali nel campus “Aurelio Saliceti” dell’università di Teramo. «Un riconoscimento per l’impegno professionale e per i risultati alla guida di un gruppo industriale che da Fara San Martino è arrivato in tutto il mondo facendo sì che le proprie radici siano uno dei motivi ispiratori del successo», ha esordito il rettore motivando la richiesta inviata e accettata dal ministero, «ma anche un importante stimolo per gli studenti, un modello a cui ispirarsi».

Concetti ampliati dal preside della facoltà, Dario Compagnone, che nel motivare il conferimento della laurea magistrale al presidente del pastificio De Cecco, ha parlato di «perseveranza nella ricerca della qualità e nel controllo della intera filiera produttiva, due azioni che necessariamente si intersecano e trovano ragione l’una nell’altra». E ancora: il presidente «ha contribuito allo sviluppo economico, sociale e culturale, promuovendo l’imprenditoria italiana nel mondo e mantenendo un forte legame con la terra d’origine».

Un approfondimento sull’altra protagonista della giornata, la pasta, è stato affidato al prorettore vicario Dino Mastrocola che ha trattato tutte le fasi della sua produzione, dall’importanza della qualità degli ingredienti – semola e acqua – alla trafilatura, all’essiccazione lenta e a bassa temperatura o veloce e ad alta temperatura.

Teramo 10 07 2015 Università degli studi di Teramo Laurea Honori Causa a Filippo De Cecco con rettore Luciano D' Amico

Dulcis in fundo, l’intervento di De Cecco che ha ripercorso la storia della sua azienda, una storia di «amore per il grano duro e per la qualità della pasta. Nel 1886 Filippo Giovanni, che veniva da una famiglia di mugnai ebbe l’idea di produrre paste alimentari. Ma questo tipo di produzione aveva due punti deboli: l’essiccazione avveniva al sole e quindi era legata agli eventi meteorologici e non si riuscivano ad assicurare le migliori condizioni igieniche. Per questo inventò un sistema di essiccazione artificiale: immetteva aria calda in una stanza e riusciva a essiccare la pasta in 24-48 ore, invece dei 7-8 giorni del vecchio metodo. Un’altra grande intuizione fu il puntare sulle esportazioni, ad esempio negli Usa, già nel 1893». La De Cecco superò anche la seconda guerra mondiale – lo stabilimento di Pescara venne distrutto e quello di Fara San Martino minato dai tedeschi che rubarono anche le macchine – e già negli Anni Sessanta una sola pressa produceva 30 quintali di pasta all’ora. Un’inezia rispetto ai 100 odierni. «Ma i parametri di una volta sono gli stessi: continuiamo con l’essiccazione lenta. Nostro nonno ci ha insegnato che la qualità è essenziale: ci occupiamo più di questo che di finanza», ha precisato De Cecco, «io personalmente ho aggiunto la “mania” della crescita: di fatturato, di volumi, di vendite».

Conclusi la laudatio e i ringraziamenti, il rettore ha consegnato il tocco bordato di verde e la pergamena al nuovo dottore in bioscienze, fra gli applausi del corpo accademico e dei rappresentanti delle istituzioni.

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