ABRUZZO
Elezioni Provincia Chieti nel caos: tornano a votare 16 Comuni / GUARDA QUALI
Scoperto un errore nella distribuzione delle schede, giovedì si riprova. Ma il vantaggio accumulato da Menna (Pd) su Paolini (centrodestra) non dovrebbe cambiare il risultato finale. E Forza Italia annuncia il ricorso al Tar
CHIETI. Elezioni provinciali di Chieti nel caos. A causa di un errore materiale nella distribuzione delle schede agli elettori, gli amministratori di 16 Comuni, dei 104 che hanno votato sabato scorso, devono tornare al voto.
Iin particolare è emerso che nelle fasi di gestione ed esercizio del voto all’interno del seggio, alcuni elettori, sindaci e consiglieri comunali hanno votato su una scheda diversa da quella attribuita alla fascia demografica del comune di appartenenza.
Le elezioni sono valide, fatta eccezione per i voti espressi dagli elettori dei comuni con popolazione superiore a 3.000 e fino a 5.000 abitanti e dagli elettori dei comuni con popolazione superiore a 10.000 e fino a 30.000.
Il vicepresidente Arturo Scopino ha firmato un decreto col quale fissa le nuove elezioni per giovedì prossimo, anche se il vantaggio in termini di voti del candidato del centrosinistra, il sindaco di Vasto Francesco Menna (Pd), dovrebbe mettere al sicuro la sua vittoria. Sono infatti 17mila i voti, calcolati col sistema ponderato, che lo separano dal risultato del candidato di centrodestra, il sindaco di Lanciano Filippo Paolini.
I Comuni i cui sindaci e consiglieri sono chiamati di nuovo al voto sono: Casalincontrada, Castel Frentano, Cupello, Miglianico, Orsogna, Paglieta, Ripa Teatina, Scerni, Tollo, Torino di Sangro, Torrevecchia Teatina, Francavilla, Atessa, Ortona, San Giovanni Teatino e San Salvo.
Intanto il responsabile organizzativo regionale di Forza Italia, consigliere regionale ed ex assessore Mauro Febbo, annuncia di aver mandato ai legali di attivarsi per eventuale ricorso al Tar e se ne ricorrono gli estremi anche alla procura della Repubblica contro la decisione di far ripetere le elezioni provinciali solo per i comuni oggetto di "errore". Febbo ritiene la decisione "illegittima ed arbitraria", che il risultato "è falsato in ogni caso" e che la procedura che si vuol seguire "è fuori da ogni logica".
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