Farina: sanità risanata? Forse ma l’offerta è peggiorata

12 Maggio 2014

PESCARA. «L'esclusivo risanamento contabile della sanità abruzzese, che per il 4° anno consecutivo chiude in positivo il bilancio, non è stato seguito da un contestuale miglioramento dell'offerta...

PESCARA. «L'esclusivo risanamento contabile della sanità abruzzese, che per il 4° anno consecutivo chiude in positivo il bilancio, non è stato seguito da un contestuale miglioramento dell'offerta sanitaria ma, viceversa, ha prodotto un lento e progressivo taglio lineare alle prestazioni sanitarie con un concomitante impoverimento delle risorse umane che erogano detti servizi». Commenta così Davide Farina, segretario regionale Cisl Sanità, i dati dell’ultimo tavolo di monitoraggio diffusi dal commissario-governatore Gianni Chiodi. «Chiari indicatori di questo impoverimento», secondo Farina sono le liste d'attesa e la mobilità passiva.

Mobilità passiva. Farina ritiene «superficiale» l’analisi di Chiodi sulla mobilità passiva. «L'andamento negativo negli ultimi anni di tale dato ha prodotto un vero e proprio esodo di massa che tra il 2008 e il 2012 ha visto sempre più peggiorare gli indici di mobilità attiva e passiva della Regione diventando, nel contempo meno attrattiva per i pazienti di fuori regione. A ciò ha concorso, peraltro, l'introduzione di una norma regionale capestro e autolesionistica, perché unilaterale, che impedisce alle cliniche di compensare le decurtazioni subite con mobilità attiva extraregionale e portare in Abruzzo economia e occupazione». C'è poi da registrare, aggiunge Farina, «che i 70 milioni di mobilità passiva rappresentano un dato molto parziale poiché rappresentano esclusivamente le somme che si possono portare a compensazione nel credito/debito con le altre Regioni nei bilanci dei prossimi anni. A queste vanno purtroppo aggiunte altre somme che le Regioni pagano direttamente tra loro, come ad esempio quelle relative ai ricoveri e prestazioni dell'area extra ospedaliera residenziale che non vengono conteggiate tra le cifre oggetto di monitoraggio. Infatti, a tal proposito, altri documenti del Ministero della Salute e del Cipe parlano di oltre 100 milioni di mobilità passività abruzzese». Farina stima anche che ai 70/100 milioni di prestazioni sanitarie mancate corrisponde una perdita netta di circa 1000/1400 posti di lavoro.

Rete residenzialità. «E' molto difficile», dice Farina, «che prima delle elezioni, come si afferma (lo ha dichiarato Chiodi al Centro, ndr.), si firmi il Decreto sulla riconversione dei posti letto di riabilitazione, ma è praticamente impossibile che si possa finanziarlo. Infatti le risorse economiche di questo settore che comprende Salute Mentale, Anziani non Autosufficienti e Disabilità, prevede un finanziamento da Piano Sanitario di 197 milioni di euro. Attualmente», spiega il sindacalista Cisl, «dopo gli ulteriori tagli apportati dalla Regione, viene finanziato con appena 108 milioni, ossia il 4.5% della spesa sanitaria complessiva. Mancano all'appello 90 milioni che, non essendo certo classificabili come spesa superflua, generano una mobilità passiva del comparto per circa 10 milioni, esclusi dai 70 dichiarati, proprio perché ricadenti all'interno di quella fatturazione che le Regioni provvedono a saldarsi tra di loro». E non è neppure vero che si possa escludere la compartecipazione economica dei pazienti «perché non si ha bisogno di quelle risorse», in quanto proprio ad inizio anno 2014 la Regione ha introdotto una legge che abolisce la quota di franchigia a suo carico per gli anziani bisognevoli di un ricovero presso una Rsa a seguito di dimissioni ospedaliere».