NAUTICA
In barca in Croazia, arriva la stangata sulla tassa di soggiorno
In vigore gli aumenti sulle imbarcazioni, cifre più care fino al 700%. Le ripercussioni per l'Abruzzo
PESCARA. Adesso, prima di andare in Croazia con la barca, ci penseremo due volte. Oltre che a preoccuparsi di portare tutto ciò che serve a bordo per la sicurezza e la cambusa, sarà bene farsi due conti. Giacché la Croazia ha deciso di aumentare in maniera esponenziale la tassa di soggiorno per i proprietari di imbarcazioni. A nulla è servita evidentemente la brutta esperienza fatta dall'Italia con i danni che la famigerata tassa di stazionamento istituita dal governo Monti (per fortuna abolita) causò alla nautica. Ci fu, tra l'altro, una fuga di barche proprio verso la Croazia. Adesso, la stessa cosa avverrà in Croazia, con la conseguente prevedibile fuga di barche verso i nostri Marina. Non solo, però. L'aumento iperbolico della tassa è probabile che rallenti e interrompi il flusso diportistico a carattere turistico dall'Italia verso la bella costa che i croati hanno la fortuna di avere e che sfruttano quasi in regime di monopolio nell'Adriatico. Isole, arcipelaghi e insenature raggiungibili in poche ore dall'Abruzzo. Il pagamento della tassa - che riguarda l’imbarcazione e non le persone a bordo - va effettuato nelle capitanerie portuali (o sedi distaccate) e l’importo viene calcolato in base alla lunghezza dello scafo e alla durata del soggiorno nelle acque croate. Va precisato che dei rincari si “salvano” solo le imbarcazioni fino ai 9 metri per un soggiorno fino ai 30 giorni (in questi casi ci sono state anche delle diminuzioni). Ma facciamo l’esempio di una barca fra i 9 e i 12 metri: se finora per la tassa di soggiorno annuale (permanenza 12 mesi) si pagavano 147 euro, ora l’armatore deve scucirne 775. Per una permanenza fino a 8 giorni, invece, si passa in pratica al raddoppio, dai 27 ai 53 euro. Gli scafi fra i 15 e i 20 metri pagheranno 87 euro (in precedenza erano 53) per una permanenza fino a 8 giorni; si sale dai 201 ai 1.283 per la tassa annuale. Gli scaglioni sono sulla base della mera lunghezza e non tengono conto della vecchiaia della barca. Inoltre poco importa se si possiede un 10 metri in vetroresina del 1975 o di ultima generazione in carbonio (che vale almeno venti volte di più): si paga uguale. Per i diportisti italiani e le società di charter l'unica consolazione è che il provvedimento è stato varato dopo l'estate. Ma che cosa avverrà la prossima stagione estiva? Il traffico si muoverà su altre rotte, in Croazia ci si fermerà entro limiti temporali accettabili. Poi, tutti verso le isole greche. O magari in qualche bellissima località italiana e perché no? Dell'Abruzzo.