L'Arssa chiude dopo sessant'anni

26 Luglio 2011

L'Agenzia regionale per lo sviluppo agricolo sarà assorbita dall'assessorato all'agricoltura. Proposta anche la cancellazione dell'Azienda per la promozione turistica regionale (Aptr)

PESCARA. Dopo 60 anni va in pensione l'Arssa. Il Consiglio regionale ha votato per la sua soppressione, ricollocando funzioni e dipendenti (circa 230), all'interno dell'assessorato all'Agricoltura.  Nato nel 1951 come Ente Fucino la struttura si è poi trasformata in Agenzia regionale per i servizi di sviluppo agricolo (Arssa).

L'ente, creato assieme al gemello Ente per la colonizzazione della Maremma-Tosco-Laziale, si occupò subito dell'espropriazione terriera, portando i 15.800 affittuari dei Torlonia a 9.918, mentre i circa 29.000 appezzamenti originari furono aggregati in 10.000 unità.

Con la trasformazione in Arssa la struttura allargò lo sguardo a tutta la Regione (pur restando il Fucino il cuore della sua attività), favorendo lo sviluppo tecnico e qualitativo dell'agricoltura regionale. Ad Avezzano rimase il centro direzionale, collocato non a caso nel Palazzo Torlonia. Oggi l'Arssa fa le spese del taglio dei costi della politica e viene liquidata dopo essere stata già privata del cda dalla giunta Del Turco e commissariata da Gianni Chiodi. Dirigenti e tecnici passeranno armi a bagagli sotto l'assessorato all'Agricoltura.

Secondo l'assessore Mauro Febbo, nulla cambierà nelle funzioni svolte dall'ente, tranne il passaggio di testimone da Avezzano a Pescara (sede dell'assessorato). Secondo il Pd (favorevole alla soppressione dell'ente), ci sono punti poco chiari della riforma che andrebbero discussi meglio. Per questo oggi sarà battaglia su alcuni emendamenti, già bocciati in commissione e ripresentati in aula, anche se il voto finale viene dato per certo. Tra le lacune della riforma, sottolinea il capogruppo Camillo D'Alessandro «c'è il silenzio su quello che accadrà dopo. Chi si occuperà dei compiti oggi ricoperti dall'Arssa? Anche sul personale si dice che sarà trasferito all'assessorato "in via prioritaria". Si profila uno scippo di personale? C'è il rischio che gli agricoltori restino soli». Il Pd chiede anche che i tre enti di ricerca agricola Crab, Cotir e Crivea vengano trasferiti alla giunta, «per creare», spiega D'Alessandro, «una struttura strategica che faccia consulenza e ricerca». Il consigliere Claudio Ruffini chiede in un secondo emendamento, che la giunta si dia 4 mesi per riordinare la direzione agricoltura «con la indicazione di costituire una struttura speciale di supporto dedicata alla ricerca e innovazione, anche in direzione della green economy». Il consigliere marsicano Giuseppe Di Pagrazio preme per la salvaguardia della sede di Avezzano.

Febbo si presenterà in aula con una riforma che cancella in qualche modo un pezzo di storia della Marsica, ma con una buona notizia che riguarda la stessa Marsica: il via libera di Bruxelles al potenziamento di alcune misure del Piano di sviluppo rurale a sostegno degli investimenti e l'autorizzazione ad ammettere a finanziamento per i prati pascolo le imprese agricole ricadenti nelle "zone B", un provvedimento molto atteso dall'intera area del Fucino. «Se la missione di Bruxelles può dirsi compiuta», commenta Febbo, «è anche grazie alla riconosciuta capacità di spesa della Regione: nel 2010 si è superata abbondantemente la soglia e per l'anno in corso, siamo tra le prime regioni vicine all'obiettivo».

Anche l'Aptr verso la chiusura. Intanto la quarta Commissione ha licenziato la proposta di legge sulla riforma dell'Azienda per la promozione turistica regionale (Aptr) che sarà all'esame del Consiglio regionale nella prossima seduta. A licenziare la bozza di riforma che prevede la cancellazione dell'Agenzia con il passaggio dei dipendenti nell'assessorato di riferimento, è stata approvata con i voti della maggioranza di centrodestra; astenuti Udc, Idv, Pd e Sel, assenti gli altri partiti dell'opposizione di centrosinistra. (a.d.f.)

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