CORONAVIRUS / ABRUZZO
L'esperto: "Il rigore a maggio ci regala un’estate sicura" / VIDEO-INTERVISTA
Il dottor Parruti: "A luglio zero casi di Covid se le vaccinazioni corrono veloci e si rispettano tutte le regole"
PESCARA. L’Abruzzo è alla prova del nove, maggio è il mese decisivo. "Se vogliamo avere un’estate tranquilla e riaprire ai turisti, dobbiamo mantenere bassa la circolazione locale del virus a maggio", dice l’esperto Giustino Parruti, che guarda in prospettiva e indica nel mese di luglio la possibile data per vedere l’Abruzzo a zero casi. Ma il presente è adesso, la vera partita contro il Covid si gioca in questo mese. Da una parte le riaperture, dall’altra la vaccinazione: due linee che a maggio corrono parallele, con al centro l’incognita delle varianti. "E con una fascia di popolazione, quella tra i 30 e i 55 anni, che in questo mese non sarà vaccinata", avverte Parruti, "e quindi può essere suscettibile a sviluppare la malattia e a dare un nuovo impulso alla circolazione del virus".
Il dottor Parruti, durante una diretta sulla pagina Facebook di Rete 8, ha avuto modo di parlare anche del futuro spiegando che verso la fine dell'anno, quando saremo tutti vaccinati, "il Covid potrà essere gestito come un'influenza".
UN MESE CRUCIALE. Cosa ci dobbiamo aspettare, quindi, a maggio? "È la prova del nove per avere un’estate più tranquilla", risponde senza troppi giri di parole Parruti, direttore delle Malattie infettive di Pescara, da più di un anno in prima linea nella lotta al Covid. "Il messaggio da dare agli abruzzesi è semplice: se noi manteniamo comportamenti responsabili e attenti nel mese di maggio, poniamo le basi per un vero e maggiore riposo e per una ripresa della crescita economica a luglio e agosto. Tutte le aree che avranno una bassa circolazione del virus adesso, nei mesi estivi potranno prendersi più agevolmente il rischio di qualche riapertura maggiore, ospitando ad esempio di nuovo i turisti che è l’aspetto che più interessa per l’economia. Se noi, però, arrivassimo all’estate con una circolazione locale del virus maggiore", avverte Parruti, "i turisti innanzitutto non verrebbero. Inoltre, se ai casi endogeni si aggiungessero dei casi di importazione, faremmo molta più fatica a tracciarli. Faccio un esempio: se ho un territorio con circolazione virale vicina allo zero e, di 100 turisti che entrano, 3 o 5 infettano qualcuno, posso tracciare subito e bloccare la catena senza avere focolai. Se, invece, aumentasse la circolazione del virus locale prima di dover fronteggiare quella di importazione, sarebbe un guaio".
A LUGLIO ZERO CASI. Lo scorso anno, l’Abruzzo raggiunse la quota dei zero casi a fine maggio. Ora, secondo Parruti, bisognerà aspettare almeno fino a luglio per avere un Abruzzo Covid free. "La situazione dell’anno scorso era completamente diversa", spiega l’infettivologo, "perché avevamo riaperto a maggio dopo 8 settimane di lockdown duro in un contesto di chiusura generalizzata in tutta Europa che aveva bloccato la circolazione del virus. Il numero dei nuovi casi era sceso talmente tanto che non c’era stata nemmeno una selezione di ulteriori varianti. Poi, purtroppo, i nostri turisti hanno reimportato il virus da fuori, attingendo a piene mani dai focolai di Croazia, Francia e Spagna. Allora, nonostante l’assenza di una copertura vaccinale, c’era stata una abrogazione della circolazione locale del virus tale che era lecito attendersi che, fino a una nuova reimportazione di un virus ad alta caratura replicativa, non avremmo avuto problemi. La situazione attuale, invece, è diversa", dice Parruti. "Abbiamo una riduzione nettissima del virus e un territorio ben tracciato, quindi il numero di casi nuovi è basso e tutti vengono tracciati entro 24 ore. C’è una situazione di perfetta efficienza, però, il virus c’è e la variante inglese è pericolosa. Se tutto andrà nel verso giusto, se evitiamo che la mancata copertura vaccinale di una fascia ampia di popolazione si traduca in una ripresa della circolazione, penso che a luglio potremo arrivare a zero casi".
I VACCINI. Quasi un abruzzese su dieci è stato vaccinato con prima e seconda dose. Ma c’è una larga fascia di popolazione, quella tra i 30 e i 55 anni, che non è ancora coperta. «A fine maggio dovremmo vaccinare tutti gli over 70, buona fascia degli ultra 60 e dei pazienti fragili. Il problema è che nel mese di maggio, e nei primi 15 giorni di giugno, avremo ancora una fascia scoperta, quella tra i 30 e i 55 anni, che durante questa ondata ci ha dato la maggioranza dei casi con la variante inglese. Dobbiamo impedire, quindi, con le tecniche normali di controllo, cioè distanziamento, lavaggio delle mani e uso della mascherina, che ci sia una ripartenza della malattia in quella fascia non vaccinata che comunque, pur non essendo ad alto rischio di sviluppare malattia, rimane a rischio e sarebbe un peccato se desse luogo a una ripresa del carico assistenziale".
LE RIAPERTURE. Secondo Parruti, "maggio sarà un mese di transizione in cui migriamo da una fase di bassa copertura vaccinale verso una situazione ad alta copertura vaccinale. Pescara e tutto l’Abruzzo potrebbero essere le prime in Italia a raggiungere una copertura ottimale con i vaccini perché stiamo andando molto bene". Sulle riaperture, il pensiero dell’esperto è chiaro. "Questo è un momento di grande scommessa. Da una parte dobbiamo godere delle riaperture per avere qualche spazio di socialità in più. Sono convinto, ad esempio, che una palestra ben gestita e non affollata si possa frequentare benissimo, oppure che le cene all’aperto si possano fare. Al contrario, dobbiamo ricordarci che non si possono fare feste perché non si può assolutamente minimizzare il rischio della presenza del virus, soprattutto alla luce delle nuovi varianti che riducono un pochino la potenza di copertura del vaccino sulla trasmissione della malattia», conclude Parruti.
©RIPRODUZIONE RISERVATA