La Cisl: «Abruzzo fermo dal 2003, attenti a chi votate»
PESCARA. Cambiare il modello regionale riducendo i troppi centri di potere politici e gestionali per evitare di diventare una regione delle tasse; unirsi alle altre regioni confinanti a partire da...
PESCARA. Cambiare il modello regionale riducendo i troppi centri di potere politici e gestionali per evitare di diventare una regione delle tasse; unirsi alle altre regioni confinanti a partire da Molise e Marche, per creare una Macroregione in grado di essere autosufficiente senza subire gravi traumi di fronte alla riduzione dei trasferimenti statali: sono queste le due proposte dalla Cisl Abruzzo-Molise per far fronte ai sempre maggiori tagli delle risorse da parte del governo ed illustrate a margine della presentazione dei dati economici dell’Ufficio studi "Michelangelo Ciancaglini.
Dati che indicano che la ripresa la ripresa in Abruzzo ha un andamento piatto e non circolare, che i cambiamenti e la crescita economica ed occupazionale non si intravedono e che l'incremento dell'indice di povertà delle famiglie e della popolazione continua ad aumentare registrando valori superiori alla media nazionale.
Tali indicatori sono stati accompagnati dalle relazioni del segretario generale, Maurizio Spina, e di Giuseppe Mauro, ordinario di Politica economica della d'Annunzio di Pescara-Chieti. «L'Abruzzo non cresce dal 2003, per una vera ripresa è necessario fare "sistema", investire nel settore manifatturiero e tener conto dei cambiamenti», afferma Mauro: «Oggi il bilancio regionale è ingessato e incapace di affrontare le sfide del tempo. I trasferimenti statali sono limitati, le risorse proprie regionali sono esaurite, anche a causa dei debiti contratti, e quelle europee non sono più risorse straordinarie ma diventano ordinarie. L'Abruzzo è in grado di attivare politiche territoriali, di sviluppo e di welfare solo utilizzando i fondi europei. L'Abruzzo è una Regione di medie/piccole dimensioni che fatica ad avere un bilancio adeguato alle necessità di sviluppo del welfare e del sistema produttivo».
Per il segretario Maurizio Spina le imminenti elezioni rappresentano una grande opportunità: «Occorre dotare la Regione di una classe politica, che abbia la visione ed il coraggio necessario del cambiamento per dare un futuro ai giovani».