«La politica riconquisti nuova dignità»
Di Giuseppantonio: rigore e trasparenza, chi amministra segua l’esempio di don Sturzo.
PESCARA. «Pulizia morale, politica e amministrativa, solo così potranno i partiti presentarsi agli elettori». Enrico Di Giuseppantonio presidente della Provincia di Chieti, esponente Udc, cita don Sturzo. «Desidero intervenire», spiega Di Giuseppantonio, «nel dibattito lanciato dal direttore del quotidiano il Centro Luigi Vicinanza riguardo la necessità di un nuovo “Patto etico” della politica per il rilancio dell’Abruzzo. Il tema è di grande attualità. Io penso a un nuovo Patto che coinvolga tutti i soggetti politici, economici, sindacali e sociali della nostra Regione». Per Di Giuseppantonio, in primo luogo la politica deve assumere un ruolo importante di questa riforma. «Noi politici ed amministratori dovremo fare le nostre proposte e lavorare per raggiungere la condivisione con gli altri soggetti, ma dovremo avere la forza di fare una necessaria autocritica e di assumerci la nostra parte di responsabilità».
La proposta di un’anagrafe patrimoniale per i politici, secondo l’esponente regionale dell’Udc, «può essere un’idea valida». «Più in generale, però», propone Di Giuseppantonio, «dobbiamo fare uno sforzo di trasparenza. Oggi abbiamo tanti mezzi di comunicazione, dalla carta stampata ad Internet. Dobbiamo usarli come strumento di democrazia. Un cammino difficile ma necessario». «La mancanza di etica», prosegue Di Giuseppantonio, «produce inefficienza, corruzione e malaffare a tutti i livelli: nella pubblica amministrazione come nel campo dell’economia, delle associazioni o del sociale.
A questo proposito, la mia memoria di cattolico democratico mi ricorda un appello lanciato da Don Sturzo più di cinquant’anni fa, ma sempre valido: “Pulizia morale, politica e amministrativa, solo così potranno i partiti presentarsi agli elettori in modo degno per ottenere i voti; non mai facendo valere i favori fatti a categorie e a gruppi; ma solo in nome degli interessi della comunità nazionale”» «Le basi da cui partire per questa grande riforma etica», per Di Giuseppantonio ci sono. «Penso ai tanti politici e amministratori che ricoprono i loro incarichi con spirito di servizio», osserva il presidente della Provincia di Chieti, «facendo gli straordinari per garantire ai loro cittadini i servizi necessari tra mille difficoltà di bilancio e lasciando i loro telefonini accesi anche di notte. Penso ai tanti imprenditori che rinunciano a un profitto in più in nome della qualità del loro prodotto, o per conservare con sé la professionalità di dipendenti fidati. Penso alle tante associazioni che offrono servizi spesso grazie all’aiuto del volontariato».
Nella sua analisi Di Giuseppantonio ricorda che la grande maggioranza delle persone abbia in sé i principi etici. «Ma è fondamentale procedere ad una riforma della burocrazia che persegua tre linee guida: efficienza, responsabilità e merito. Efficienza vuol dire tempi rapidi e certi per la conclusione di una pratica», annota il presidente della giunta provinciale di Chieti, «responsabilità significa che il responsabile di un servizio che non funziona può essere individuato univocamente e chiamato a rispondere delle proprie mancanze. Il merito, cioè la capacità dell’amministrazione di premiare i migliori e di farli approdare alle posizioni più alte, è fondamentale per motivare i dipendenti e farli rendere al meglio».
«Una burocrazia normale», conclude Enrico Di Giuseppantonio, «può avere una funzione “educativa”. Purtroppo ci sono persone, evidentemente scoraggiate da precedenti esperienze, che nel momento in cui devono interagire con gli uffici pubblici si predispongono già a dover chiedere un favore, quasi come un riflesso condizionato. Per questo ribadisco che il nuovo patto dovrà riguardare tutti: ognuno dovrà fare la sua parte, anche quando il comportamento etico da parte del prossimo genera conseguenze sfavorevoli per i propri interessi».
La proposta di un’anagrafe patrimoniale per i politici, secondo l’esponente regionale dell’Udc, «può essere un’idea valida». «Più in generale, però», propone Di Giuseppantonio, «dobbiamo fare uno sforzo di trasparenza. Oggi abbiamo tanti mezzi di comunicazione, dalla carta stampata ad Internet. Dobbiamo usarli come strumento di democrazia. Un cammino difficile ma necessario». «La mancanza di etica», prosegue Di Giuseppantonio, «produce inefficienza, corruzione e malaffare a tutti i livelli: nella pubblica amministrazione come nel campo dell’economia, delle associazioni o del sociale.
A questo proposito, la mia memoria di cattolico democratico mi ricorda un appello lanciato da Don Sturzo più di cinquant’anni fa, ma sempre valido: “Pulizia morale, politica e amministrativa, solo così potranno i partiti presentarsi agli elettori in modo degno per ottenere i voti; non mai facendo valere i favori fatti a categorie e a gruppi; ma solo in nome degli interessi della comunità nazionale”» «Le basi da cui partire per questa grande riforma etica», per Di Giuseppantonio ci sono. «Penso ai tanti politici e amministratori che ricoprono i loro incarichi con spirito di servizio», osserva il presidente della Provincia di Chieti, «facendo gli straordinari per garantire ai loro cittadini i servizi necessari tra mille difficoltà di bilancio e lasciando i loro telefonini accesi anche di notte. Penso ai tanti imprenditori che rinunciano a un profitto in più in nome della qualità del loro prodotto, o per conservare con sé la professionalità di dipendenti fidati. Penso alle tante associazioni che offrono servizi spesso grazie all’aiuto del volontariato».
Nella sua analisi Di Giuseppantonio ricorda che la grande maggioranza delle persone abbia in sé i principi etici. «Ma è fondamentale procedere ad una riforma della burocrazia che persegua tre linee guida: efficienza, responsabilità e merito. Efficienza vuol dire tempi rapidi e certi per la conclusione di una pratica», annota il presidente della giunta provinciale di Chieti, «responsabilità significa che il responsabile di un servizio che non funziona può essere individuato univocamente e chiamato a rispondere delle proprie mancanze. Il merito, cioè la capacità dell’amministrazione di premiare i migliori e di farli approdare alle posizioni più alte, è fondamentale per motivare i dipendenti e farli rendere al meglio».
«Una burocrazia normale», conclude Enrico Di Giuseppantonio, «può avere una funzione “educativa”. Purtroppo ci sono persone, evidentemente scoraggiate da precedenti esperienze, che nel momento in cui devono interagire con gli uffici pubblici si predispongono già a dover chiedere un favore, quasi come un riflesso condizionato. Per questo ribadisco che il nuovo patto dovrà riguardare tutti: ognuno dovrà fare la sua parte, anche quando il comportamento etico da parte del prossimo genera conseguenze sfavorevoli per i propri interessi».