Legge "garage", Di Matteo: impugnati solo tre articoli, l'impianto resiste
L'assessore regionale puntualizza dopo che il Consiglio dei ministri ha deciso di fare ricorso: polemica demagogica, la norma può essere applicata
PESCARA. "Quando si affrontano argomenti di particolare interesse sociale e specialmente normative che attengono alla trasformazione del territorio sarebbe opportuno che chi interviene sugli organi di stampa molto genericamente e pesantemente, censurando anche in maniera volgare l'attività che l'istituzione regionale svolge a rispondere alle esigenze richieste dal territorio, lo faccia senza demagogia e senza spirito di avversione politica". Così l'assessore regionale all'Urbanistica Donato Di Matteo dopo che il Consiglio dei ministri ha impugnato la legge della Regione Abruzzo n. 40 del 01/08/2017. Si tratta della legge "garage" che permette di trasformare locali di servizio in abitabili. Le strutture in particolare potranno essere recuperate come aree per attività artigianali, commerciali o destinate al settore turistico oltre all'uso abitativo. E i proventi, dati dai recuperi abitativi, sono destinati ad opere di urbanizzazione dei Comuni. Di Matteo puntualizza: "Della L.R. 40 non è stato impugnato dal Governo l'impianto, ma solo il comma 4 dell'articolo 4 e gli art. 5 e 7". "Nel merito dell'articolo 4 comma 4 il Governo - spiega Di Matteo - fa rilevare che 'è ammessa variazione anche in deroga ai limiti e prescrizioni edilizie di strumenti urbanistici ed edilizi comunali vigentì. Tale disposizione secondo il Governo presenta profili di illegittimità costituzionale, in quanto determina una elusione dell'obbligo di sottoporre a Valutazione ambientale strategica la modifica dei piani o programmi potenzialmente oggetto di Vas. Al comma 3 dello stesso articolo è detto chiaramente che gli interventi devono rispettare, oltre a tutte le altre norme, anche quelle riferite alla tutela dell'ambiente e dell'ecosistema. L'articolo 5 - prosegue l'assessore - prevede gli ambiti di esclusione, rinviando ai Comuni l'individuazione delle aree sulle quali non possono avvenire le variazioni di destinazione d'uso. Le aree da stralciare vanno desunte da programmi e piani vigenti in ambito regionale. La censura rinvia invece alla Regione questo compito, la quale di fatto ha già individuato le criticità di dette aree soggette a vincoli alluvionali, sismici, geologici e idrogeologici contenute nei piani approvati e vigenti. Tali censure si ritengono essere delle prescrizioni, alle quali si risponderà con atto di precisazione recependo quanto indicato nel motivato intervento del Governo. L'articolo 7 (rapporto del Piano demaniale marittimo col Piano naturalistico della Pineta Dannunziana), dettato da una necessità contingente del territorio, non è stato riconosciuto legittimo dal Governo. Pertanto si recepiscono integralmente le censure e si provvederà al suo stralcio. Recepite dette indicazioni del Governo che riteniamo essere solamente di precisazione e a conferma di leggi statali, la L.R. 40 del 1 Agosto 2017 avrà definitivamente applicazione con tutti i previsti limiti delle norme antisismiche, di sicurezza e antincendio, dell'efficienza energetica e della tutela dell'ambiente e dell'ecosistema oggi vigenti in Italia. Nei prossimi giorni la Regione si costituirà portando le proprie ragioni sui suddetti tre articoli con disponibilità al recepimento e precisazioni delle argomentazioni sollevate. La L.R. 40 resta vigente e può essere applicata e sulle disposizioni impugnate seguiranno soltanto delle disposizioni applicative".