«Manager Asl, non accetto i loro tagli»

Venturoni: quei piani non prevedono servizi migliori e non riducono gli sprechi.

PESCARA. «Tensioni con il commissario Redigolo? Più semplicemente non condivido i piani elaborati dai manager che prevedono solo tagli e non tengono conto che le Asl da sei passeranno a quattro». L’assessore alla sanità Lanfranco Venturoni va all’attacco dei manager Asl. Insofferente a quelli che definisce «freddi tagli di strutture sanitarie senza attuare servizi», Venturoni non vuole polemizzare con il commissario di Governo, Gino Redigolo ma indirettamente gli pone un altolà, in particolare nel tenere conto dei progetti dei manager Asl. «Con Redigolo come assessorato e come giunta siamo pronti al dialogo e al confronto, ma i manager Asl hanno consegnato dei piani industriali che possono essere serenamente accantonati», commenta l’assessore del Pdl. Venturoni racconta che «non ha mai pensato alle dimissioni», semmai sostiene è «pronto a fare scelte dure a favore della sanità pubblica».

«La mia critica ai manager Asl è severa», prosegue, «perchè non tengono conto del nuovo assetto che la Regione vuole dare alle Asl riducendole da sei a quattro ma, soprattutto, i loro piani industriali in alcuni aspetti sono solo dei tagli realizzati in modo freddo senza prevedere e mettere in campo una politica di investimenti e di rilancio della sanità. Nei loro documenti ci sono solo operazioni di riduzione senza nemmeno pensare a come riqualificare la spesa, le strutture, i servizi». «Abbiamo realizzato con il ministero della Salute una gabina di regia», ricorda Venturoni, «dove c’è la Regione, il commissario Redigolo, l’Agenzia nazionale per la sanità e il ministero. La Cabina di regia è al lavoro nell’elaborazione del prossimo Piano sanitario che sarà pronto ad ottobre, quindi non capisco dove vogliono portare le iniziative dei manager.

Non polemizzo con nessuno tranne con quanti vogliono bloccare una riforma per una sanità efficiente e il taglio degli sprechi. I cittadini chiedono servizi e prestazioni sanitarie fatte in strutture accoglienti». A criticare il centrodestra, invece, è il Partito demcratico che vede «confusione, ritardi, sprechi e clientelismi». «Nel centrodestra sul futuro della sanità regna solo la confusione, ad iniziare dalla incomprensibile sovrapposizione dei ruoli tra commissario regionale, assessore, giunta e consiglio regionale, e nel totale silenzio del Presidente della Regione». Lo sostiene il segretario regionale del Pd, Silvio Paolucci. «Attendiamo le proposte del centrodestra da portare in Consiglio regionale» dice Paolucci, «per avviare un confronto rapido che permetta il riallineamento dei conti, ridurre le tasse in modo da ridare fiato alle imprese e ai cittadini abruzzesi.

Il Pdl dica chiaramente e senza tentennamenti come e quali strutture vanno salvate, come dare risposte alle necessità di assistenza per gli anziani (Rsa), come potenziare il 118, come affrontare la questione della riduzione delle tariffe per i privati e in che modo procedere con il Gruppo Angelini. Senza dimenticare che va abbandonata la logica clientelare di quella politica che porta a doppioni di reparti per accontentare amici-primari e ad un’insostenibile numero di personale, oltre il 20 per cento, che ha carichi di lavoro ridotti a causa di prescrizioni mediche». Secondo Paolucci è necessario che il Pdl dica, «come spendere i 90 milioni già disponibili per l’ammodernamento delle strutture. E dentro questo quadro chiedo il confronto sulla proposta di legge del gruppo del Pd sulla Asl Unica e sulle due aziendalizzazioni come possibile assetto di una complessiva riorganizzazione e un nuovo rapporto, non più clientelare, tra politica e sanità».