Moody's: fiducia nella Regione
Confermato il rating A2 con prospettiva stabile. Masci: premiato il rigore
PESCARA. I conti della Regione migliorano e la società internazionale di rating Moody's conferma all'Abruzzo il rating A2 con prospettiva stabile (medio-alto grado di affidabilità e basso rischio di credito). «E' lo stesso giudizio del 2010», commenta l'assessore regionale al Bilancio Carlo Masci, «un rating confermato in una situazione mondiale di grave crisi che riguarda molte nostre Regioni e lo stesso Stato italiano che è sotto osservazione».
L'istituto internazionale, aggiunge Masci, «conferma con motivazioni chiare che la politica di rigore e risanamento della Regione va avanti in maniera strutturale con obiettivi che vengono raggiunti con grande puntualità». L'incontro di verifica con Masci e i dirigenti del settore Bilancio c'era stato a fine maggio, «e il giudizio attuale non tiene conto del risultato grandioso ottenuto dall'Abruzzo al tavolo di monitoraggio» (il pareggio di bilancio). Dopo il declassamento del 2007, dopo la messa in osservazione post-terremoto, arriva una conferma dunque per il lavoro della giunta Chiodi. «Il post-terremoto poteva portarci in una situazione incontrollabile», continua Masci, «invece le nostre tre finanziarie hanno raddrizzato i conti e se non ci fosse stata la difficile congiuntura internazionale Moody's avrebbe potuto riflettere per il miglioramento del rating».
Dunque un Abruzzo più credibile per chi ha investito nelle cartolarizzazioni. Emissioni che al momento non risentono della tempesta internazionale perché le scadenze sono lontane. «La struttura solida dei nostri conti è dimostrata anche da quel terribile 2 dicembre 2010 quando scoprimmo di avere 360 milioni di ulteriore buco della sanità che coprimo in due giorni, Moody's ha tenuto conto anche di quell'episodio».
Ma cosa significa una pagella migliore, a parte la maggiore tranquillità degli investitori? Per Masci «il risanamento dei conti ci permette in prospettiva di guardare a una revisione della politica fiscale», cioè a una riduzione delle maggiori aliquote Irap e Irpef.
Oggi le famiglie e le imprese abruzzesi versano ogni anno dai 140 ai 150 milioni di addizionali che vengono destinate per 98 milioni alle cartolarizzazioni e per 40-50 milioni al deficit della sanità. «Se i conti della sanità sono in ordine si può cominciare a ragionare su quella fetta di imposte», dice Masci, togliendola dal monte fiscale degli abruzzesi.
L'istituto internazionale, aggiunge Masci, «conferma con motivazioni chiare che la politica di rigore e risanamento della Regione va avanti in maniera strutturale con obiettivi che vengono raggiunti con grande puntualità». L'incontro di verifica con Masci e i dirigenti del settore Bilancio c'era stato a fine maggio, «e il giudizio attuale non tiene conto del risultato grandioso ottenuto dall'Abruzzo al tavolo di monitoraggio» (il pareggio di bilancio). Dopo il declassamento del 2007, dopo la messa in osservazione post-terremoto, arriva una conferma dunque per il lavoro della giunta Chiodi. «Il post-terremoto poteva portarci in una situazione incontrollabile», continua Masci, «invece le nostre tre finanziarie hanno raddrizzato i conti e se non ci fosse stata la difficile congiuntura internazionale Moody's avrebbe potuto riflettere per il miglioramento del rating».
Dunque un Abruzzo più credibile per chi ha investito nelle cartolarizzazioni. Emissioni che al momento non risentono della tempesta internazionale perché le scadenze sono lontane. «La struttura solida dei nostri conti è dimostrata anche da quel terribile 2 dicembre 2010 quando scoprimmo di avere 360 milioni di ulteriore buco della sanità che coprimo in due giorni, Moody's ha tenuto conto anche di quell'episodio».
Ma cosa significa una pagella migliore, a parte la maggiore tranquillità degli investitori? Per Masci «il risanamento dei conti ci permette in prospettiva di guardare a una revisione della politica fiscale», cioè a una riduzione delle maggiori aliquote Irap e Irpef.
Oggi le famiglie e le imprese abruzzesi versano ogni anno dai 140 ai 150 milioni di addizionali che vengono destinate per 98 milioni alle cartolarizzazioni e per 40-50 milioni al deficit della sanità. «Se i conti della sanità sono in ordine si può cominciare a ragionare su quella fetta di imposte», dice Masci, togliendola dal monte fiscale degli abruzzesi.
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