Orso goloso divora 5 quintali di miele
Ma per l'apicoltore marsicano i plantigradi vanno salvaguardati.
GIOIA DEI MARSI. È piombato tra gli alveari di notte e con tutta tranquillità ha cenato con uno dei suoi piatti preferiti: circa 5 quintali di miele misto a cera e, ovviamente, a svariate migliaia di api. Una vera e propria scorpacciata per l’orso che, nella notte tra sabato e domenica, ha fatto visita all’azienda apistica Raggio di sole di Pescina, impresa che possiede numerosi alveari nel territorio del Comune di Gioia dei Marsi, a ridosso del Parco nazionale d’Abruzzo.
Un danno notevole per l’azienda, ma Franco Troiani non sembra affatto contrariato dalla visita dell’orso ai suoi alveari. Anzi. «Sembrerà un paradosso» racconta l’apicoltore «ma sono contento di quanto è accaduto perché è un segno tangibile della presenza del plantigrado sul nostro territorio». L’altra mattina, infatti, quando l’imprenditore è andato a denunciare il «misfatto» dell’orso goloso a Forestale e Guardia parco lo ha fatto col sorriso sulle labbra.
«È venuto a trovarmi un orso», ho detto e i miei interlocutori si sono meravigliati molto del tono che ho usato. Mi hanno rivelato che ero la prima persona a denunciare un fatto poco gradevole con aria “compiaciuta”. I danni, del resto, mi verranno risarciti interamente dal Parco», puntualizza, «anche se le mie arnie si trovano a una ventina di metri fuori dal confine dell’area protetta. Ma che cosa è qualche quintale di miele in confronto al problema della sopravvivenza di questo mammifero?».
In effetti Franco Troiani, 34 anni, di Pescina, ha sempre avuto una grande passione per i plantigradi. «Quando ero un ragazzino ho partecipato a molti progetti del Parco riguardanti il monitoraggio degli orsi sul territorio dell’area protetta. Ho passato tante notti con gli occhi spalancati per avvistare qualche esemplare. E devo dire che la mia insonnia è stata più volte ripagata con l’avvistamento di tanti bellissimi esemplari di orso marsicano. Peccato che ne siano rimasti pochi». E proprio uno di loro ha voluto fare visita alla pluripremiata azienda apistica marsicana.
L’orso ha praticamente distrutto 5 “casette” su 70, scegliendo le più grandi e, con una tecnica ben precisa si è deliziato il palato con circa 5 quintali di miele. «Non tutti sanno che l’orso marsicano, oltre che del miele, è ghiotto di api perché contengono una proteina utile a mantenere sana la folta pelliccia», spiega l’imprenditore, «il raid, inoltre, è stato messo a segno con una tenica ben precisa per non essere attaccato e punto dalle api. Ogni arnia prima di essere “ripulita” è stata allontanata dalle altre una ventina di metri. Distanza utile per non mettere in allarme gli altri insetti».
Sul luogo del “furto” la firma dell’autore: tra le “casette” di legno fatte a pezzi, infatti, appare una possente orma dell’orso rimasta impressa tra residui di miele e cera proprio su un’arnia. «Ho voluto raccontare questo episodio», tiene a precisare Troiani, «non per evidenziare il danno subìto, ma per testimoniare che, fortunatamente, l’orso marsicano è presente sul territorio. Un patrimonio che però va salguardato con ogni mezzo per non correre il rischio di far estinguere il simbolo della Marsica».
Un danno notevole per l’azienda, ma Franco Troiani non sembra affatto contrariato dalla visita dell’orso ai suoi alveari. Anzi. «Sembrerà un paradosso» racconta l’apicoltore «ma sono contento di quanto è accaduto perché è un segno tangibile della presenza del plantigrado sul nostro territorio». L’altra mattina, infatti, quando l’imprenditore è andato a denunciare il «misfatto» dell’orso goloso a Forestale e Guardia parco lo ha fatto col sorriso sulle labbra.
«È venuto a trovarmi un orso», ho detto e i miei interlocutori si sono meravigliati molto del tono che ho usato. Mi hanno rivelato che ero la prima persona a denunciare un fatto poco gradevole con aria “compiaciuta”. I danni, del resto, mi verranno risarciti interamente dal Parco», puntualizza, «anche se le mie arnie si trovano a una ventina di metri fuori dal confine dell’area protetta. Ma che cosa è qualche quintale di miele in confronto al problema della sopravvivenza di questo mammifero?».
In effetti Franco Troiani, 34 anni, di Pescina, ha sempre avuto una grande passione per i plantigradi. «Quando ero un ragazzino ho partecipato a molti progetti del Parco riguardanti il monitoraggio degli orsi sul territorio dell’area protetta. Ho passato tante notti con gli occhi spalancati per avvistare qualche esemplare. E devo dire che la mia insonnia è stata più volte ripagata con l’avvistamento di tanti bellissimi esemplari di orso marsicano. Peccato che ne siano rimasti pochi». E proprio uno di loro ha voluto fare visita alla pluripremiata azienda apistica marsicana.
L’orso ha praticamente distrutto 5 “casette” su 70, scegliendo le più grandi e, con una tecnica ben precisa si è deliziato il palato con circa 5 quintali di miele. «Non tutti sanno che l’orso marsicano, oltre che del miele, è ghiotto di api perché contengono una proteina utile a mantenere sana la folta pelliccia», spiega l’imprenditore, «il raid, inoltre, è stato messo a segno con una tenica ben precisa per non essere attaccato e punto dalle api. Ogni arnia prima di essere “ripulita” è stata allontanata dalle altre una ventina di metri. Distanza utile per non mettere in allarme gli altri insetti».
Sul luogo del “furto” la firma dell’autore: tra le “casette” di legno fatte a pezzi, infatti, appare una possente orma dell’orso rimasta impressa tra residui di miele e cera proprio su un’arnia. «Ho voluto raccontare questo episodio», tiene a precisare Troiani, «non per evidenziare il danno subìto, ma per testimoniare che, fortunatamente, l’orso marsicano è presente sul territorio. Un patrimonio che però va salguardato con ogni mezzo per non correre il rischio di far estinguere il simbolo della Marsica».