Pd unito sul nome del segretario
In Abruzzo una sola lista a sostegno della candidatura di Paolucci.
PESCARA. «La mia è una candidatura unitaria». Così l’attuale segretario abruzzese del Pd, Silvio Paolucci, ha presentato alla stampa, ieri mattina, la sua ricandidatura al congresso regionale del Partito Democratico. In campo una sola lista, “Democratici per l’Abruzzo”, e una sola mozione, risultato della convergenza sul nome di Paolucci dalle due mozioni Franceschini e Bersani. Dunque il Pd va al congresso regionale con un solo candidato alla segreteria e una sola lista che lo sostiene. In verità, la griglia di partenza era sembrata nelle scorse settimane più affollata, e ripeteva a grandi linee lo schema nazionale, con candidati legati a Pierluigi Bersani, Dario Franceschini e Ignazio Marino. Tra i vari tentativi quello dell’ex presidente della provincia di Chieti, Tommaso Coletti, che spingeva per il sulmonese Antonio Iannamorelli. Ma alla fine ha prevalso la soluzione unitaria, una sola lista con cui il Pd abruzzese potrà evitare la conta delle diverse correnti interne, e affrontare con più forza la gestione dei due terremoti, quello vero e quello politico del dopo Del Turco.
«Quasi sempre nel nostro partito ci si è confrontati solo sui nomi e sui cognomi, da oggi sarà diverso», ha detto Paolucci, che ha sottolineato con soddisfazione la nascita in Abruzzo di un nuovo gruppo dirigente che per la prima volta «ha il 50 per cento di giovani sotto i quarant’anni d’età». E le nuove leve sono lì, schierate accanto al loro leader abruzzese: Antonio Castricone, segretario pescarese; Luigi Di Marco e Francesco Piccirilli, rispettivamente segretari provinciali dei giovani democratici di Pescara e Chieti; Michele Fina, segretario provinciale dell’Aquila; Peppino Di Luca, consigliere regionale e segretario della provincia di Teramo; Camillo Di Giuseppe, segretario provinciale di Chieti; e Camillo D’Alessandro, consigliere regionale. «Oggi sento il peso dell’eredità di chi mi ha preceduto, sia in positivo che in negativo», ha confessato Paolucci, che invita però a guardare al futuro del partito che «deve ripartire dalle primarie delle idee per arrivare al rilancio dell’economia».
Un partito con l’ambizione di superare una stagione in cui si annaspava tra slanci riformisti e «cedimenti clientelari», per proiettarsi verso il prossimo decennio con un programma d’intenti ambizioso. Paolucci lo chiama “Abruzzo 2020”, un progetto a metà tra proposta politica e indicazione di metodo. Il segretario ha indicato questo nuovo corso in un documento messo a disposizione dei simpatizzanti e degli iscritti che, a seguito della campagna di tesseramento, hanno raggiunto quota 16mila, con Teramo in testa tra le province (5060 tessere). «Un risultato importante», ha commentato Paolucci «perché solamente la spontanea e consapevole adesione al progetto democratico può concorrere a restituire al Pd abruzzese la forza di cui ha bisogno per tornare a governare, e per rivendicare il ruolo da protagonista della nostra regione attraverso un nuovo modello di sviluppo». La candidatura di Paolucci è arrivata appena prima del termine ultimo per l’ufficializzazione, fissato per domani. Il congresso regionale si celebrerà l’11 ottobre, per poi giungere, attraverso le primarie del 25 dello stesso mese, all’elezione del segretario.
«Quasi sempre nel nostro partito ci si è confrontati solo sui nomi e sui cognomi, da oggi sarà diverso», ha detto Paolucci, che ha sottolineato con soddisfazione la nascita in Abruzzo di un nuovo gruppo dirigente che per la prima volta «ha il 50 per cento di giovani sotto i quarant’anni d’età». E le nuove leve sono lì, schierate accanto al loro leader abruzzese: Antonio Castricone, segretario pescarese; Luigi Di Marco e Francesco Piccirilli, rispettivamente segretari provinciali dei giovani democratici di Pescara e Chieti; Michele Fina, segretario provinciale dell’Aquila; Peppino Di Luca, consigliere regionale e segretario della provincia di Teramo; Camillo Di Giuseppe, segretario provinciale di Chieti; e Camillo D’Alessandro, consigliere regionale. «Oggi sento il peso dell’eredità di chi mi ha preceduto, sia in positivo che in negativo», ha confessato Paolucci, che invita però a guardare al futuro del partito che «deve ripartire dalle primarie delle idee per arrivare al rilancio dell’economia».
Un partito con l’ambizione di superare una stagione in cui si annaspava tra slanci riformisti e «cedimenti clientelari», per proiettarsi verso il prossimo decennio con un programma d’intenti ambizioso. Paolucci lo chiama “Abruzzo 2020”, un progetto a metà tra proposta politica e indicazione di metodo. Il segretario ha indicato questo nuovo corso in un documento messo a disposizione dei simpatizzanti e degli iscritti che, a seguito della campagna di tesseramento, hanno raggiunto quota 16mila, con Teramo in testa tra le province (5060 tessere). «Un risultato importante», ha commentato Paolucci «perché solamente la spontanea e consapevole adesione al progetto democratico può concorrere a restituire al Pd abruzzese la forza di cui ha bisogno per tornare a governare, e per rivendicare il ruolo da protagonista della nostra regione attraverso un nuovo modello di sviluppo». La candidatura di Paolucci è arrivata appena prima del termine ultimo per l’ufficializzazione, fissato per domani. Il congresso regionale si celebrerà l’11 ottobre, per poi giungere, attraverso le primarie del 25 dello stesso mese, all’elezione del segretario.