Riduzione Asl, la Regione accelera i tempi
Pronta la nomina di un commissario. Zona Franca, confronto sui confini.
L’AQUILA. Riduzione delle Asl da 6 a 4 e zona franca. Sono questi i piatti forti del primo Consiglio regionale dopo le vacanze estive. Nella seduta ordinaria del mattino si chiarirà probabilmente il percorso che entro l’anno dovrà portare all’accorpamento delle Aziende sanitarie. La legge regionale esiste già (il piano sanitario approvato dal centrosinistra) e c’è su questo argomento un accordo con la conferenza Stato-Regione. Ma nella maggioranza, dice il capogruppo del Pdl Gianfranco Giuliante, c’è l’opinione che la legge regionale possa essere interpretata «in maniera non puntuale» e quindi dare luogo a impugnative e contenziosi. Per questo il centrodestra sta valutando se portare in aula oggi stesso un provvedimento che renda più chiaro il percorso.
Ma è anche probabile che nella stessa mattinata venga nominato il commissario che dovrà soprintendere all’accorpamento. Il provvedimento toccherà le Asl dell’Aquila, di Avezzano-Sulmona, di Chieti e di Lanciano-Vasto, che saranno ridotte in tempi strettissimi a due Asl corrispondenti ai confini provinciali, mentre le 12 figure ai vertici delle aziende saranno ridotte a quattro, con la sostituzione dei manager con figure tecniche. Nel pomeriggio l’assemblea si riunirà in seduta straordinaria per discutere di Zona franca, in particolare della perimetrazione del territorio colpito dal terremoto per il quale il governo chiederà alla Ue le esenzioni fiscali. La Regione ha già avviato la procedura, assieme al ministero delle Attività produttive, per individuare le aree da includere nel provvedimento.
Un primo incontro si è svolto il 2 settembre a Roma. La procedura prevede che il ministero formuli la proposta, per la quale deve sentire la Regione, poi il Cipe approva il documento che deve essere inviato all’Unione Europea. I termini decorreranno dal giorno del via libera. Le due ipotesi sul tappeto sono: zona franca urbana o regime fiscale di incentivazione. «La nostra visione», dice Carlo Costantini, capogruppo dell’Italia dei Valori, il partito che ha raccolto le firme per la seduta straordinaria «è molto rigorosa, perché solo così ci sono possibilità che possa ricevere il sì dell’Ue che, come si sa adotta parametri che non vanno oltre un territorio di 30.000 persone, anche se nel decreto sul terremoto c’è una deroga. Sono sicuro che l’allargamento indiscriminato ci faccia rischiare il fallimento del progetto. Chi vuole che il provvedimento riguardi 300.000 persone, non vuole la zona franca urbana».
L’Italia dei Valori spera che dall’aula arrivi una posizione unitaria perché «renderebbe più autorevole la proposta della Regione e consentirebbe a tutte le forze politiche di esercitare anche a livello parlamentare, nazionale ed europeo, una funzione di sostegno e di accelerazione del rpovvedimento». Camillo D’Alessandro capogruppo del Pd spera che dal dibattito «emerga la posizione della Regione, perché è la Regione che fissa i criteri per i quali una zona può dichiararsi franca. La giunta regionale ha il potere e il dovere di affrontare la partita e dire esattamente cosa pensa sulla delimitazione della zona franca, partendo da preusupposti tecnici e poi aprendo la partita di carattere istituzionale con il governo nazionale». D’Alessandro non esclude che si possa arrivare a un documento condiviso, ma aspetta di ascoltare le proposte.
Ma è anche probabile che nella stessa mattinata venga nominato il commissario che dovrà soprintendere all’accorpamento. Il provvedimento toccherà le Asl dell’Aquila, di Avezzano-Sulmona, di Chieti e di Lanciano-Vasto, che saranno ridotte in tempi strettissimi a due Asl corrispondenti ai confini provinciali, mentre le 12 figure ai vertici delle aziende saranno ridotte a quattro, con la sostituzione dei manager con figure tecniche. Nel pomeriggio l’assemblea si riunirà in seduta straordinaria per discutere di Zona franca, in particolare della perimetrazione del territorio colpito dal terremoto per il quale il governo chiederà alla Ue le esenzioni fiscali. La Regione ha già avviato la procedura, assieme al ministero delle Attività produttive, per individuare le aree da includere nel provvedimento.
Un primo incontro si è svolto il 2 settembre a Roma. La procedura prevede che il ministero formuli la proposta, per la quale deve sentire la Regione, poi il Cipe approva il documento che deve essere inviato all’Unione Europea. I termini decorreranno dal giorno del via libera. Le due ipotesi sul tappeto sono: zona franca urbana o regime fiscale di incentivazione. «La nostra visione», dice Carlo Costantini, capogruppo dell’Italia dei Valori, il partito che ha raccolto le firme per la seduta straordinaria «è molto rigorosa, perché solo così ci sono possibilità che possa ricevere il sì dell’Ue che, come si sa adotta parametri che non vanno oltre un territorio di 30.000 persone, anche se nel decreto sul terremoto c’è una deroga. Sono sicuro che l’allargamento indiscriminato ci faccia rischiare il fallimento del progetto. Chi vuole che il provvedimento riguardi 300.000 persone, non vuole la zona franca urbana».
L’Italia dei Valori spera che dall’aula arrivi una posizione unitaria perché «renderebbe più autorevole la proposta della Regione e consentirebbe a tutte le forze politiche di esercitare anche a livello parlamentare, nazionale ed europeo, una funzione di sostegno e di accelerazione del rpovvedimento». Camillo D’Alessandro capogruppo del Pd spera che dal dibattito «emerga la posizione della Regione, perché è la Regione che fissa i criteri per i quali una zona può dichiararsi franca. La giunta regionale ha il potere e il dovere di affrontare la partita e dire esattamente cosa pensa sulla delimitazione della zona franca, partendo da preusupposti tecnici e poi aprendo la partita di carattere istituzionale con il governo nazionale». D’Alessandro non esclude che si possa arrivare a un documento condiviso, ma aspetta di ascoltare le proposte.