L'AQUILA
Sede della Corte d'appello contesa, gli avvocati di Pescara: "Questione aperta"
Il presidente dell'Ordine replica all'ex procuratore capo e al collega aquilano: singolare una sede distante più di cento chilometri dagli uffici giudiziari di Pescara e Chieti con la maggioranza dei casi. E il consiglio comunale si è già espresso nel 2014
PESCARA. La questione della sede di Corte d'appello in Abruzzo non si è risolta da sola, «semplicemente non si è ancora risolta»: lo afferma il presidente dell'Ordine degli Avvocati di Pescara, Giovanni Di Bartolomeo, intervenendo nel dibattito sulle "scorie" dei Moti aquilani del 1971. «Meritano una breve replica le parole, diffuse dalla stampa, del dottor Nicola Trifuoggi, già Procuratore della Repubblica di Pescara ed ex vice sindaco tecnico del Comune di L'Aquila, e dell'avvocato Maurizio Capri, presidente dell'Ordine degli Avvocati di L'Aquila» dichiara Di Bartolomeo.
«È evidente la singolarità di una sede di Corte di appello distante più di cento chilometri dagli uffici giudiziari, quelli di Pescara e Chieti, ai quali è riferibile la grande maggioranza degli affari giudiziari trattati nel Distretto. Questa la ragione per la quale forti sono state negli anni le istanze per una sede distaccata della Corte a Pescara. Il problema, però, e qui si deve dissentire dall'opinione dell'avvocato Capri, non si è affatto risolto da solo: semplicemente non si è ancora risolto. Ancor più si deve dissentire dall'opinione, proposta invece come un fatto storico dal dottor Trifuoggi, secondo cui a Pescara la questione non starebbe a cuore ad alcuno. È vero il contrario: se l'intero consiglio comunale di Pescara, convocato in seduta straordinaria nel 2014, ebbe a deliberare all'unanimità per richiamare l'attenzione su una questione di certo non liquidabile come un fatto di bottega della "categoria forense" e invece ancora aperta e attualissima».