Il segno dei "No vax" lasciato nella sede Cgil di Pescara

ABRUZZO

Sindacati sotto attacco, tre raid in un mese: sono tutti "No vax"?

Segni evidenti lasciati nelle incursioni contro le sedi Cgil di Teramo e Pescara, ma quella nella Cisl di corso Vittorio ha un'altra traccia. Le ipotesi sul fenomeno organizzativo, la condanna del sindaco di Pescara

PESCARA. Tre attacchi ai sindacati in poco meno di un mese. Il primo a Teramo con scritte e disegni su finestre e muri delle sedi di Cgil e Cisl (una vicina all'altra), il secondo due settimane fa nella sede Cisl di Pescara così come il terzo avvenuto la scorsa notte e di nuovo alla Cgil.

L'Abruzzo balza in testa nella speciale classifica sugli atti di vandalismo nelle sedi sindacali che si stanno ripetendo con sempre maggiore frequenza in tutta Italia. Perché l'Abruzzo? C'è un unico filo conduttore dietro questi attacchi? C'è qualcosa che accomuna, ad esempio, l'irruzione nella Cisl con quella di questa notte davanti alla Cgil in via Croce?

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Partiamo da quanto hanno lasciato i vandali: le scritte, frasi fasciste e soprattutto il simbolo dei "No vax" (la V in un cerchio rosso) che equivale a una firma. Un timbro innegabile e propagandato che lascia propendere che i raid siano stati compiuti da quella frangia estremista di destra nata sotto Covid a Roma con l'occupazione della sede Cgil per protestare contro i provvedimenti sanitari del governo Draghi. I raid di Teramo e l'ultimo a Pescara portano questi segni e il fatto che nel capoluogo teramano in mezzo vi sia finita la sede Cisl appare una coincidenza. Come se i vandali avvessero voluto "strafare", oppure confondere le idee o più verosimilmente non ci abbiano più capito nulla nella foga e nel buio della notte.

Di questi segni e simboli, tuttavia, non c'è traccia nel secondo atto vandalico di due settimane fa nella sede Cisl in corso Vittorio a Pescara. In questo caso, infatti, chi ha agito non si è fermato a graffitare le finestre, ma ha scardinato la porta per entrare, mettere a soqquadro e portare via ciò che gli interessasse. Un furto dunque, non un raid vandalico, che non avrebbe nulla da spartire con gli altri due.

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La domanda ora è: esistono in Abruzzo dei "no vax" in grado di organizzarsi come le squadre fasciste e compiere atti vandalici? Oppure c'è una sorta di commando che arriva da fuori, si appoggia alla "manovalanza" locale e poi passa a colpire da un'altra parte? Se la risposta alla prima domanda fosse positiva, sarebbe stato sottovalutato un fenomeno che ardeva da tempo anche in Abruzzo. Il secondo caso appare essere invece la pista battuta dagli investigatori, l'ipotesi dunque di una organizzazione che si muove a livello nazionale e che trova qualche appiglio lì dove decide di colpire. E l'Abruzzo ci è capitato.

"Confido nel lavoro degli inquirenti che certamente sapranno profondere il massimo impegno per risalire ai responsabili", scrive il sindaco di Pescara Carlo Masci nel messaggio di solidarietà alla Cgil in cui definisce il raid "oltraggioso e inqualificabile": "L'aver colpito una sede del sindacato, che è per definizione il luogo dove si affermano i valori della democrazia e del diritto al lavoro, è un'azione grave e inaccettabile che provoca in me un sentimento di sdegno. Alla Cgil rivolgo il mio sostegno a nome di tutti i pescaresi per bene".

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