BOLOGNA

Spuntano due abruzzesi nella banda dei neonazisti

5 Dicembre 2024

Retata della Digos di Bologna: arrestato il pescarese Diego Cavallucci, indagato un teramano. Erano pronti ad aizzare “lupi solitari”. Nel mirino anche Meloni e un economista

BOLOGNA. Daniele Trevisani era proclamato il “comandante”, Andrea Ziosi “l'editore” mentre Salvatore Nicotra era “l'istruttore”. Erano i ruoli che si erano dati i tre principali indagati, finiti in carcere insieme ad altri nove nell'inchiesta della Digos di Bologna, coordinata dalla Procura, sul gruppo suprematista e neonazista chiamato prima “Werwolf Division” e “Divisione Nuova Alba”. Si trattava, secondo gli investigatori di una “cellula organizzata”, già in fase operativa e in grado di realizzare atti eversivi, anche con tecniche usate dai cosiddetti lupi solitari sia suprematisti che jihadisti. Altri 13 sono stati perquisiti.

Fra gli arrestati c’è un abruzzese: si tratta di Diego Cavallucci, 44ennedi Pescara. Secondo quando si legge nel dispositivo Cavallucci avrebbe avuto un ruolo partecipe nelle attività di propaganda e proselitismo del gruppo per quello che riguarda idee di superiorità e odio razziale ed etnico, nonchè di indottrinamento e di addestramento degli aderenti.

E fra gli indagati sottoposti a perquisizione c’è il 34enne Damiano Tiberii, nato a Teramo ma residente a Colledara. Per lui i reati ipotizzati riguardano sempre l'associazione a delinquere della Divisione Nuova Alba: il Gip in questo caso ha individuato il suo coinvolgimento nei compiti esecutivi e di condivisione in rete della propaganda dei progetti del gruppo eversivo.

Tra le contestazioni mosse al gruppo c'è la “preparazione di gravi attentati”, anche nei confronti della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e di un economista del World Economic Forum, Klaus Schwab. L'idea di colpire la premier emerge da conversazioni agli atti, risalenti al 2023, quando alcuni indagati hanno discusso tra loro più volte di Meloni, definendola tra l'altro una “fascista che perseguita i fascisti”.
Nei dialoghi si parlava anche di sopralluoghi nelle zone di Palazzo Chigi e Montecitorio : “C'è un albergo davanti al Parlamento - è uno dei dialoghi intercettati - da lì puoi sparare dall'alto”. Uno degli indagati, dopo le perquisizioni del maggio 2023, intercettato, sosteneva di aver “allenato” cinque persone, “potenzialmente guerriglieri” che avrebbero dovuto sparare alla premier. Sempre su questo tema, un altro indagato in un dialogo disse: “Trovami un cecchino e attueremo il tuo piano”.
Per il Gip Nadia Buttelli, il progetto eversivo con la presidente del Consiglio nel mirino, lungi dall'essere meramente teorico, è stato accompagnato dalla formazione di “guerriglieri” addestrati e formati in un ambiente violento come quello neonazista, con la concreta ricerca di armi sul web, istigando altri nazisti a prepararsi acquistando armi. Le accuse riguardano, infatti, attività di propaganda, proselitismo e predisposizione di azioni violente, come l'epurazione dei traditori del movimento. Anche attraverso l'analisi gruppi Telegram, si è potuto ricostruire come i membri della Werwolf division portassero avanti tra di loro idee come la negazione della Shoah, la supremazia della razza ariana e parlassero di un progetto di sovvertimento dell'ordinamento per l'instaurazione di uno Stato etico e autoritario.