Sul tetto della clinica a oltranza
I dipendenti senza stipendio si danno il cambio, oggi arriva Angelini
AVEZZANO. «Cos’è la disperazione? Guardare il proprio figlio che sta scrivendo la lettera di Natale e dire: quest’anno niente regali. Perché Babbo Natale è papà, mamma la Befana, non esistono. I soldi non ci sono. Questa è disperazione. Infrangere anche i sogni dei figli».
La disperazione la incontri negli sguardi di Monica, Luisa, Nazzareno, Giuliana e Iolanda. I cinque dipendenti della casa di cura Santa Maria saliti sul tetto dell’edificio, a venti metri d’altezza, perché da sette mesi non prendono un euro di stipendio. Come altri 80 colleghi della clinica. Come tutti i 1.618 dipendenti del gruppo Villa Pini. In serata i cinque scendono, infreddoliti. Sulla Santa Maria salgono altri cinque. Passano un’altra notte di proteste al gelo, in tre tende. Un’alternanza che è però un segnale preciso: «Da qui non ce ne andiamo, manifesteremo a oltranza».
I dipendenti sul tetto, avvolti in coperte di lana, accettano di parlare col cronista del Centro. «Vogliamo risposte scritte, la certezza del lavoro e quella di ricevere gli stipendi», affermano, «la Regione deve prendere una decisione. Siamo stanchi di promesse, attese, incontri con gli stessi politici che adesso sfilano qui sotto. E qualcuno si tolga dalla mente che siamo manovrati da Angelini. Ci troviamo qui perché siamo esasperati. Perché abbiamo mutui da pagare, bollette in scadenza, banche che vogliono riprendersi le nostre case. Perché abbiamo infranto i sogni dei nostri figli ai quali non possiamo garantire neanche da mangiare. Perché non possiamo più tirare avanti. Alcuni nostri colleghi sono finiti in cura psichiatrica. Malgrado ciò abbiamo continuato a lavorare con l’entusiasmo di sempre, come possono testimoniare gli stessi pazienti. Siamo saliti sul tetto della casa di cura dopo aver letto sul giornale l’ennesima risposta non risposta dell’assessore regionale alla Sanità, Venturoni. Abbiamo preso una scala e ci siamo arrampicati. I nostri colleghi ci aiutano, portano bevande e viveri, coperte e stufe. Abbiamo deciso di alternarci per garantire un minimo di sicurezza, come chiesto dalla polizia. Ma non ce ne andremo da qui almeno fino a martedì, quando è previsto il consiglio regionale. Qualche medico c’ha detto: voi siete pazzi. Sì siamo pazzi, stanchi e affamati».
Al termine di un’assemblea, ieri pomeriggio, è stato stilato un elenco con le richieste che domani alle 17 saranno sul tavolo del prefetto Franco Gabrielli. Oggi, invece, è previsto l’arrivo del «re delle cliniche». Vincenzo Angelini, contattato telefonicamente, ha annunciato che sarà ad Avezzano nel primo pomeriggio.
La disperazione la incontri negli sguardi di Monica, Luisa, Nazzareno, Giuliana e Iolanda. I cinque dipendenti della casa di cura Santa Maria saliti sul tetto dell’edificio, a venti metri d’altezza, perché da sette mesi non prendono un euro di stipendio. Come altri 80 colleghi della clinica. Come tutti i 1.618 dipendenti del gruppo Villa Pini. In serata i cinque scendono, infreddoliti. Sulla Santa Maria salgono altri cinque. Passano un’altra notte di proteste al gelo, in tre tende. Un’alternanza che è però un segnale preciso: «Da qui non ce ne andiamo, manifesteremo a oltranza».
I dipendenti sul tetto, avvolti in coperte di lana, accettano di parlare col cronista del Centro. «Vogliamo risposte scritte, la certezza del lavoro e quella di ricevere gli stipendi», affermano, «la Regione deve prendere una decisione. Siamo stanchi di promesse, attese, incontri con gli stessi politici che adesso sfilano qui sotto. E qualcuno si tolga dalla mente che siamo manovrati da Angelini. Ci troviamo qui perché siamo esasperati. Perché abbiamo mutui da pagare, bollette in scadenza, banche che vogliono riprendersi le nostre case. Perché abbiamo infranto i sogni dei nostri figli ai quali non possiamo garantire neanche da mangiare. Perché non possiamo più tirare avanti. Alcuni nostri colleghi sono finiti in cura psichiatrica. Malgrado ciò abbiamo continuato a lavorare con l’entusiasmo di sempre, come possono testimoniare gli stessi pazienti. Siamo saliti sul tetto della casa di cura dopo aver letto sul giornale l’ennesima risposta non risposta dell’assessore regionale alla Sanità, Venturoni. Abbiamo preso una scala e ci siamo arrampicati. I nostri colleghi ci aiutano, portano bevande e viveri, coperte e stufe. Abbiamo deciso di alternarci per garantire un minimo di sicurezza, come chiesto dalla polizia. Ma non ce ne andremo da qui almeno fino a martedì, quando è previsto il consiglio regionale. Qualche medico c’ha detto: voi siete pazzi. Sì siamo pazzi, stanchi e affamati».
Al termine di un’assemblea, ieri pomeriggio, è stato stilato un elenco con le richieste che domani alle 17 saranno sul tavolo del prefetto Franco Gabrielli. Oggi, invece, è previsto l’arrivo del «re delle cliniche». Vincenzo Angelini, contattato telefonicamente, ha annunciato che sarà ad Avezzano nel primo pomeriggio.