Teramo, donna fatta a pezziBisceglia, riconosciuto il carrello

20 Aprile 2010

Quattro testimoni ai carabinieri: «E’ dell’indagato dell’omicidio»

TERAMO. Il carrello usato per trasportare i resti di Adele Mazza, la donna strangolata e fatta a pezzi, accusa Romano Bisceglia, il presunto omicida. Per gli investigatori quattro testimoni hanno dichiarato di averlo visto nella sua cantina.

Le loro testimonianze sono già agli atti. I quattro avrebbero risconosciuto il carrello dalle foto pubblicate sul giornale nei giorni successivi al ritrovamento dei resti. Un’altra tessera, dunque, s’inserisce nel difficile puzzle che gli investigatori stanno cercando di ricomporre.

Secondo l’accusa ad incastrare Bisceglia sarebbero quelle tracce di sangue compatibili con il suo trovate sul nastro adesivo usato per chiudere una delle buste con i resti della donna. Intanto oggi a Roma i carabinieri del Ris inizieranno il lavoro tecnico per esaminare tutto quello che è stato prelevato sia sul posto del ritrovamento dei resti del corpo (la scarpata di via Franchi) e sia nella casa di Bisceglia, l’alloggio popolare di via Arno che è sotto sequestro.

Nell’abitazione sono state trovate tracce di sangue sul tappeto e nella vasca da bagno. A Roma non sarà esaminato il campione di saliva prelevato a Bisceglia per fare l’esame del Dna.

Per questo, infatti, Barbara Castiglione, il legale dell’uomo, ha preannunciato l’intenzione di chiedere un incidente probatorio. Intanto continua la caccia al complice, o ai complici, dell’uomo. Nell’ordinanza di custodia, infatti, Bisceglia è accusato di omicidio e occultamento di cadavere in concorso: segno che investigatori ed inquirenti sono convinti che l’uomo non abbia fatto tutto da solo. A cominciare proprio dalla mattanza.

E anche nei giorni scorsi i carabinieri hanno continuato ad ascoltare in caserma dei testimoni ed ispezionare locali in cui il corpo della donna potrebbe essere stato fatto a pezzi. Per il momento, però, per l’assassinio di Adele Mazza il pm Roberta D’Avolio non ha iscritto altri nomi nel registro degli indagati. Bisceglia, un passato legato alla droga e una vecchia relazione sentimentale con la donna, continua proclamarsi innocente.

Al giudice che lo ha interrogato ha fatto i nomi delle persone con cui sostiene di essere stato il lunedì di Pasquetta, il giorno in cui Adele Mazza è stata strangolata e fatta a pezzi. L’uomo, dunque, dice di avere un alibi fino al tardo pomeriggio di lunedì (i primi resti della donna sono stati ritrovati intorno alle 19) e di aver visto per l’ultima volta Adele venerdì 2 aprile, quando la donna è passata dalla sua abitazione per prendere del metadone.

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