CORONAVIRUS / ABRUZZO
Vaccini, i sindacati: "La Regione non rispetta le priorità"
Dosi anche a categorie non indicate dal Governo. Cgil, Cisl e Uil: "Si perdono di vista i criteri di fragilità, età ed esposizione al rischio": Perplessità anche dagli Ordini forensi
Le segreterie regionali di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil intervengono sulla vicenda delle vaccinazioni in Abruzzo, dopo che la giunta regionale ha deciso di ampliare le priorità ad alcune categorie non incluse nei criteri di somministrazione indicati dal governo nazionale.
Questa la nota diffusa dai segretari regionali Antonio Iovito (Spi Cgil), Mario Gatti (Fnp Cisl) e Germana Temporin (Uilp Uil):
"Nell'apprendere a mezzo stampa della decisione della giunta regionale d’Abruzzo di estendere la vaccinazione Covid-9 in via prioritaria anche a categorie professionali, non considerate dal ministero della Sanità appartenenti alla prima fascia di rischio. Nel richiamare i criteri di priorità delle vaccinazioni anti-covid, riconfermati dall'assessore Verì alle organizzazioni sindacali nell'incontro dello scorso 5 marzo e disattese con l'apertura a categorie non prioritarie, esprimiamo la più ferma protesta per il mancato rispetto dei criteri di priorità nelle vaccinazioni. La decisione assunta dalla dalla giunta regionale oltre ad essere in palese contraddizione con gli indirizzi del Governo e delle stesse dichiarazioni e rassicurazioni della giunta, non è condivisibile perché introduce elementi di valutazione arbitrari che ampliano la fascia delle priorità, aprendo una contrapposizione tra categorie e perdendo di vista i criteri di fragilità, dell'età e dell'esposizione al rischio reale. Si apre quindi anche in Abruzzo, nonostante il chiaro indirizzo ribadito recentemente dal presidente del Consiglio Draghi, un sistema di 'aggancio' alle figure socialmente più forti e non socialmente più esposte al rischio. Si tratta di una decisione sbagliata, perché mette in una inutile contrapposizione i diritti degli anziani e delle persone fragili con i diritti delle diverse categorie di lavoratori e di tutti i cittadini che devono essere vaccinati. I segretari, anche alla luce delle recenti proteste dei Sindaci delle zone interne per l'impossibilità a rassicurare i propri cittadini anziani dei rispettivi Comuni, auspicano un doveroso ed urgente chiarimento verso tutti cittadini abruzzesi per ridare credibilità al piano vaccinale presentato.
Allo stesso tempo si augurano una maggiore corretta coerenza nel sistema delle relazioni tra Giunta Regionale e sindacati".
Ieri è intervenuto sull'argomento Angelo Mariano Bozza, presidente del tribunale di Pescara, visto che tra le categoria ammesse in Abruzzo c'è anche quella dei magistrati. "Noi, tribunale e Procura, ci siamo esclusivamente limitati a prendere atto del fatto che ci hanno convocati e siamo andati a fare il vaccino", le parole di Bozza all'AdnKronos, "e io, come capo dell’ufficio, ho garantito l’organizzazione interna per farlo. Tutto qui. Ma è bene chiarire che a vaccinarsi non sono stati solo i magistrati, ma tutto il personale del tribunale e della Procura, oltre ai giudici di pace".
Questa, invece, la posizione espressa ieri del C.O.F.A. (Collegio Ordini Forensi Abruzzo): "Il C.O.F.A. esprime forte perplessità per una iniziativa che antepone la tutela di pochi a quella dei più fragili, quali gli anziani ed i portatori di gravi patologie e manifesta la propria soddisfazione per il fatto che all’avvocatura abruzzese, pur se protagonista del 'servizio essenziale della giustizia' in misura almeno pari ai magistrati e al personale di cancelleria, sia risparmiato l’imbarazzo di una priorità che si tradurrebbe di fatto in un privilegio, che in molti non comprenderebbero, sottolinenando l’ovvia ma necessaria considerazione che non esiste giustizia senza avvocati".