Vertenza Abruzzo, si apre lo scontro
Le parti sociali si autoconvocano a Roma e Chiodi rilancia l'impegno con il governo
PESCARA. Imprese e sindacati, con l'accordo di tutte le parti sociali abruzzesi, si autoconvocano a Roma per discutere con il governo la grave situazione economica regionale. Il governatore Chiodi, dopo poche ore, rilancia l'impegno annunciando un appuntamento già fissato per domani nelle sedi ministeriali. Botta e risposta che denota una grande preoccupazione nel difficile cammino della Vertenza Abruzzo.
«Da mesi», sottolineano in un documento unitario tutte le componenti del Patto per lo sviluppo, «stiamo aspettando la convocazione del tavolo con il governo nazionale ma non abbiamo ancora una data, né una sua vaga indicazione, e questo non è accettabile. Non si può chiedere alle imprese di restare immobili per mesi, in attesa di indicazioni dall'alto, né di ottenere un incontro con il governo a giochi economici già fatti» spiegano i portavoce Orfanelli e Giammarino, «è un lusso che l'Abruzzo non può permettersi. Al presidente Chiodi chiediamo che alla politica degli annunci segua repentinamente quella dei fatti». Per le parti sociali, l'autoconvocazione a Roma è un atto dovuto. Necessario per ristabilire le priorità dell'Abruzzo in questa fase drammatica.
Immediata la replica del presidente, che annuncia per domani un incontro a Roma proprio per programmare la data ufficiale del confronto con il governo. Argomento di stretta attualità, visto che, nei giorni scorsi, la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, e l'intero sistema produttivo italiano, hanno chiesto alla politica riforme profonde e condivise per la crescita del Paese.
«Noi, anche in questo caso», annota Chiodi, «abbiamo precorso i tempi. Abbiamo lanciato la nostra idea di Patto nel gennaio scorso. Poi segnatamente, il 13 aprile, Regione Abruzzo, sindacati, sistema produttivo e il principale partito di opposizione hanno firmato un documento che ha dato l'avvio alla concertazione, all'analisi delle strategie e alla progettazione». Il governatore sottolinea come, da allora, «in un clima di sereno confronto, si stia lavorando per risolvere le principali criticità della regione: dalla crisi economica, al deficit sanitario, dall'emergenza lavoro alla ricostruzione post terremoto».
Ma proprio quella serenità evocata dal governatore sembra venire meno in queste ore, sotto la pressione degli eventi e della speculazione finanziaria che sta divorando il Paese.
«In meno di sei mesi, per ben due volte, imprese e sindacati sottoscrivono un documento per denunciare la gravità della situazione economica e sociale dell'Aabruzzo», commenta il segretario del Pd, Silvio Paolucci, «non era mai accaduto prima: il governatore rispetti gli impegni». Il Pd ricorda che «lavoratori e imprenditori chiedono una sola cosa: che si rispettino gli impegni e non si faccia finta di risolvere i problemi. L'economia reale», sottolinea Paolucci, «non riesce a recuperare terreno e Chiodi sembra vivere in un mondo di sogni. Così come abbiamo sottoscritto il Patto, con lo stesso senso di responsabilità siamo pronti a sostenere con tutte le nostre forze la Vertenza Abruzzo anche a Roma, perché la nostra regione ha bisogno di uno scatto d'orgoglio che Chiodi e il suo centrodestra non riescono neppure a immaginare». (f.c.)
«Da mesi», sottolineano in un documento unitario tutte le componenti del Patto per lo sviluppo, «stiamo aspettando la convocazione del tavolo con il governo nazionale ma non abbiamo ancora una data, né una sua vaga indicazione, e questo non è accettabile. Non si può chiedere alle imprese di restare immobili per mesi, in attesa di indicazioni dall'alto, né di ottenere un incontro con il governo a giochi economici già fatti» spiegano i portavoce Orfanelli e Giammarino, «è un lusso che l'Abruzzo non può permettersi. Al presidente Chiodi chiediamo che alla politica degli annunci segua repentinamente quella dei fatti». Per le parti sociali, l'autoconvocazione a Roma è un atto dovuto. Necessario per ristabilire le priorità dell'Abruzzo in questa fase drammatica.
Immediata la replica del presidente, che annuncia per domani un incontro a Roma proprio per programmare la data ufficiale del confronto con il governo. Argomento di stretta attualità, visto che, nei giorni scorsi, la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, e l'intero sistema produttivo italiano, hanno chiesto alla politica riforme profonde e condivise per la crescita del Paese.
«Noi, anche in questo caso», annota Chiodi, «abbiamo precorso i tempi. Abbiamo lanciato la nostra idea di Patto nel gennaio scorso. Poi segnatamente, il 13 aprile, Regione Abruzzo, sindacati, sistema produttivo e il principale partito di opposizione hanno firmato un documento che ha dato l'avvio alla concertazione, all'analisi delle strategie e alla progettazione». Il governatore sottolinea come, da allora, «in un clima di sereno confronto, si stia lavorando per risolvere le principali criticità della regione: dalla crisi economica, al deficit sanitario, dall'emergenza lavoro alla ricostruzione post terremoto».
Ma proprio quella serenità evocata dal governatore sembra venire meno in queste ore, sotto la pressione degli eventi e della speculazione finanziaria che sta divorando il Paese.
«In meno di sei mesi, per ben due volte, imprese e sindacati sottoscrivono un documento per denunciare la gravità della situazione economica e sociale dell'Aabruzzo», commenta il segretario del Pd, Silvio Paolucci, «non era mai accaduto prima: il governatore rispetti gli impegni». Il Pd ricorda che «lavoratori e imprenditori chiedono una sola cosa: che si rispettino gli impegni e non si faccia finta di risolvere i problemi. L'economia reale», sottolinea Paolucci, «non riesce a recuperare terreno e Chiodi sembra vivere in un mondo di sogni. Così come abbiamo sottoscritto il Patto, con lo stesso senso di responsabilità siamo pronti a sostenere con tutte le nostre forze la Vertenza Abruzzo anche a Roma, perché la nostra regione ha bisogno di uno scatto d'orgoglio che Chiodi e il suo centrodestra non riescono neppure a immaginare». (f.c.)
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