Virtus Lanciano, la rivoluzione non paga
Appena un punto in più dell’anno scorso e la difesa è un problema.
Disarmante Virtus Lanciano. La sconfitta interna con la Ternana l’ha messa a nudo dopo sei risultati utili di fila infarciti di cinque pareggi. «Mi vergogno per questa partita», ha detto davanti a microfoni e taccuini l’amministratore delegato Guglielmo Maio. «La colpa è solo mia», ha aggiunto l’allenatore Dino Pagliari. Che cos’altro aggiungere? Resta ben poco, hanno detto tutto i timonieri della Virtus. La contestazione dei tifosi, rivolta all’allenatore e ai giocatori, ha chiuso una domenica da dimenticare. Terza sconfitta in sei gare al Biondi. Situazione difficile quella in cui si è andata a cacciare la squadra rossonera costruita in estate secondo le direttive della premiata ditta Leone & Pagliari.
Gli investimenti da parte della famiglia Maio non sono mancati, i risultati sì. Tanto per rendere l’idea, questa Virtus Lanciano ha appena un punto in più di quella della passata stagione. E la difesa, quella rivoluzionata in estate perché la peggiore del girone, nelle ultime tre domeniche ha sempre incassato due gol. L’assenza di Oshadogan (infortunato) è pesante, ma non basta a giustificare i 16 gol subiti. Tanti, anzi troppi. Domenica ancora panchina per il terzino sinistro Tommaso Colombaretti. In mancanza di Mammarella (ha scontato il terzo e ultimo turno di squalifica), Pagliari ha preferito spostare Coppini da sinistra a destra e di portare Vastola da destra a sinistra pur di non far giocare un terzino sinistro di ruolo arrivato in estate dal Foggia nell’ambito della rivoluzione disegnata dallo stesso allenatore.
Ma a far infuriare il pubblico del Biondi (sempre meno paganti...) sono state anche le sostituzioni. Quelle di Sansone e di Improta in particolare. Il feeling tra Pagliari e la tifoseria si è spezzato, l’ha detto anche la presidente Valentina Maio. La Virtus ha un punto di margine sulla zona play out. E’ a quota 13, come il Giulianova dei giovani. Nonostante siano arrivati, in estate, (anche) quattro giocatori promossi in B nel maggio scorso. Dopo 12 gare di campionato il bilancio è desolante, considerata la serie di espulsioni (dal 16 agosto a domenica scorsa) e di prestazioni non all’altezza delle ambizioni. Domenica ci sarà la trasferta di Ferrara, tornerà a disposizione Mammarella. Tra gli indisponibili Di Cecco, squalificato.
Gli investimenti da parte della famiglia Maio non sono mancati, i risultati sì. Tanto per rendere l’idea, questa Virtus Lanciano ha appena un punto in più di quella della passata stagione. E la difesa, quella rivoluzionata in estate perché la peggiore del girone, nelle ultime tre domeniche ha sempre incassato due gol. L’assenza di Oshadogan (infortunato) è pesante, ma non basta a giustificare i 16 gol subiti. Tanti, anzi troppi. Domenica ancora panchina per il terzino sinistro Tommaso Colombaretti. In mancanza di Mammarella (ha scontato il terzo e ultimo turno di squalifica), Pagliari ha preferito spostare Coppini da sinistra a destra e di portare Vastola da destra a sinistra pur di non far giocare un terzino sinistro di ruolo arrivato in estate dal Foggia nell’ambito della rivoluzione disegnata dallo stesso allenatore.
Ma a far infuriare il pubblico del Biondi (sempre meno paganti...) sono state anche le sostituzioni. Quelle di Sansone e di Improta in particolare. Il feeling tra Pagliari e la tifoseria si è spezzato, l’ha detto anche la presidente Valentina Maio. La Virtus ha un punto di margine sulla zona play out. E’ a quota 13, come il Giulianova dei giovani. Nonostante siano arrivati, in estate, (anche) quattro giocatori promossi in B nel maggio scorso. Dopo 12 gare di campionato il bilancio è desolante, considerata la serie di espulsioni (dal 16 agosto a domenica scorsa) e di prestazioni non all’altezza delle ambizioni. Domenica ci sarà la trasferta di Ferrara, tornerà a disposizione Mammarella. Tra gli indisponibili Di Cecco, squalificato.