Astori e i ricordi che curano il dolore
Come possiamo riuscire a sopportare il dolore della perdita di una persona amata? Con la forza del racconto e del ricordo, ci dicono Anna e Renato Astori, i genitori di Davide Astori, il calciatore della Fiorentina morto un anno fa. «Non stancatevi di ricordarlo e raccontarlo», scrivono in una lettera aperta, pubblicata domenica scorsa. «Un anno senza Davide non si può raccontare. Non esistono le parole, ma forse neanche servono, perché in fondo quello appena passato è stato un anno con Davide, in un modo diverso e che non avremmo mai voluto scoprire, ma comunque insieme a nostro figlio». Secondo Freud, per essere superato il dolore va elaborato, metabolizzato come un cibo indigesto. Il modo è semplice e complesso al tempo stesso. Ciò che occorre fare è una sorta di ricapitolazione, ricordando la persona e i momenti trascorsi assieme, accettando il senso di vuoto che il lutto trascina nella sua dolorosa scia. È il sentiero sul quale i genitori di Astori si sono incamminati da un anno e che ci invitano a percorrere insieme a loro. «Continuate a ricordarlo e non stancatevi di raccontarlo», scrivono ancora nella loro lettera. «Rivederlo sorridere in una foto, osservarlo correre nelle immagini, sentirlo nei vostri aneddoti non ci fa soffrire: per noi è come riabbracciarlo ogni volta».
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