Ci incontreremo ancora (ma senza bombe)
«Dobbiamo confortarci pensando che giorni migliori torneranno: che saremo di nuovo con i nostri amici, saremo di nuovo con le nostre famiglie e ci incontreremo ancora». Ha concluso così, domenica scorsa, il suo messaggio alla nazione, la Regina Elisabetta. Le ultime parole - “Ci incontreremo ancora” – hanno commosso i sudditi britannici perché sono quelle di una canzone, famosa durante la seconda guerra mondiale intitolata, per l’appunto, “Ci incontreremo ancora” (We’ll meet again). È una canzone bella nella sua semplicità che fa così: «Ci incontreremo di nuovo, non so dove, non so quando/Ma so che ci incontreremo di nuovo, in un qualche giorno di sole./Continua a sorridere, come fai sempre/Finché il cielo azzurro scaccerà lontano le nuvole nere». Ma quei versi hanno probabilmente suscitato in qualcuno anche un sentimento di angoscia. Sono, infatti, quelli della canzone che chiude “Dottor Stranamore”, il film di Stanley Kubrick che ipotizza l’apocalisse atomica come epilogo della Guerra fredda fra Usa e Urss. Sono versi che fanno da sfondo sonoro alle immagini di bombe atomiche che esplodono in serie distruggendo la Terra. La speranza è che la regina ignorasse quel finale.
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