Il mistero della banalità del bene

4 Dicembre 2019

Si fa tanto parlare della banalità del male che ci si dimentica della banalità del bene. Ma il vero mistero è quello della bontà che si annida silenziosa nel cuore di molti sotto la superficie dei notiziari da sempre più interessati alle prove del male che alle tracce dell’altruismo che donano una speranza. Una di queste tracce l’ha lasciata un signore di 84 anni che di nome fa Romano Carletti. Per otto mesi, Romano Carletti ha percorso 60 chilometri per accompagnare a scuola Ojafer Beluli, un bambino immigrato macedone cieco dalla nascita. Così, ogni mattina, da Montemignaio in provincia di Arezzo a Pelago in provincia di Firenze. «Ha mobilitato comunità e istituzioni», spiega l’agenzia di stampa Ansa, «coinvolgendo anche l’Uici (Unione italiana ciechi e ipovedenti) con il suo centro di consulenza Tiflodidattico di Firenze perché il piccolo potesse studiare grazie alla lettura e scrittura Braille, ottenendo alla fine l’attivazione del servizio scuolabus con l’assistente dedicata». L’Uici ha incoronato Carletti “Nonno d’Italia” del 2019 «per la sua immensa generosità e profonda bontà d’animo». Il premio aggiunge gloria alla bontà che si nutre dell’alimento prezioso del silenzio.
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