Instagram fuori controllo, l’algoritmo consiglia reel violenti //VIDEO

26 Febbraio 2025

Nelle ultime ore molti utenti hanno segnalato delle anomalie nell’algoritmo di Instagram, che riprodurrebbe soprattutto video etichettati come “sensibili”, cioè dal contenuto violento

Instagram si riempie di filmati dal contenuto sensibile (cioè, violento) che vengono proposti agli utenti con grande frequenza. Nelle ultime ore in molti hanno segnalato come la sezione video del famoso Social sia fuori controllo. Clip di uccisioni, violenza contro animali o brutali incidenti stradali; che arrivano sugli smartphone di milioni di persone senza che abbiano modo di impedirlo (se non chiudendo l’app). E no, non sono scene riprese da prodotti cinematografici o televisivi, ma contenuti che provengono dal mondo reale.

A decidere i contenuti che Instagram offre ad ogni utente è un algoritmo che valuta le sue attività e in base a queste personalizza l’offerta di video e post. Ma adesso qualcosa è cambiato. Ancora non sono chiare le ragioni di questa anomalia. Secondo alcune fonti, potrebbe trattarsi di una conseguenza della nuova policy di Meta, l’impresa di proprietà di Mark Zuckerberg che controlla Facebook, Whatsapp e Instagram, che ha abolito molte delle limitazioni ai contenuti che erano in vigore fino ad un paio di  mesi fa. Tuttavia, non è arrivata alcuna conferma ufficiale.

Più in generale, sono ormai lontani i tempi in cui sui social i post nel feed (la home page, per intenderci) erano presentati secondo un ordine cronologico. Adesso sono gli algoritmi a profilare le nostre attività e a proporci contenuti in base alle “impronte” che lasciamo sul nostro cammino nel mondo virtuale.

Nel video qui sopra si vede un esempio della situazione che in tanti hanno segnalato. Le cause che hanno mandato in tilt l’algoritmo del gruppo Meta dovranno essere chiarite. E presto. Una domanda, però, sorge spontanea: quali potrebbero essere gli effetti a lungo termine dell’esposizione  a video cruenti che non provengono da qualche set cinematografico ma dalla realtà? Rischiamo di banalizzare il male?