Isernia e l’unione all’Abruzzo, i sindaci: “Siamo felici di accogliervi”

16 Dicembre 2024

I presidenti delle Province di L’Aquila e Chieti: «Siamo un unico territorio regionale» 

CHIETI. Lo scuolabus “senza confini” parte tutti i giorni da Gamberale, a 1.343 metri di altitudine, in provincia di Chieti, con 15 bambini a bordo; passa a Castel del Giudice, a 800 metri, in provincia di Isernia, dove carica altri 4 ragazzini, e porta tutta la comitiva di 19 alunni alle scuole d’infanzia, elementari e medie di Ateleta, in provincia dell’Aquila, a 760 metri. Venti chilometri ad andare e altrettanti a tornare. Passa anche da un servizio come questo la richiesta della provincia di Isernia di annessione all’Abruzzo.

Per consolidare un’amicizia tra i “popoli” che la storia non può avere mai separato, neanche con l’approvazione, il 27 dicembre del 1963, della legge costituzionale 3 con cui l’Abruzzo e il Molise furono ufficialmente divisi dopo la regione unica dei primi 15 anni dalla nascita della Repubblica. Si tratta, oggi, di riflettere sul concetto di futuro nel progresso e su come la società locale si sia evoluta in modo corale, rielaborando quello che è stato il passato e ragionando un po’ con il metodo baconiano della pars construens, cioè l’attitudine costruttiva e propositiva nell’affrontare ogni aspetto dell’esistenza e farne qualcosa di nuovo. Così almeno la pensano i sindaci abruzzesi di confine rispetto alla richiesta di annessione all’Abruzzo da parte dei residenti nella provincia pentra.

«Noi con la provincia di Isernia siamo un unicum e i servizi ne beneficiano», dice Angelo Caruso, presidente della Provincia dell’Aquila e sindaco di Castel di Sangro, «in passato eravamo un’unica regione e questo legame, nonostante la divisione, non ci ha visti mai separati. Accoglieremmo con grande piacere la ricongiunzione delle due comunità. Anche perché alcuni anni fa eravamo noi a voler passare sotto Isernia: c’è stata sempre una tentazione dalle due parti. Partiamo dal presupposto che ci sia reciprocità di convenienze: molte volte i residenti di queste zone si servono dell’ospedale di Isernia, più vicino rispetto a quelli di Sulmona o L’Aquila. Poi strategicamente l’Abruzzo è una cerniera con Isernia che rappresenta un cuneo nell’Italia centrale che tocca la Campania e il Lazio. Comunque, la scelta devono farla loro».

Per il presidente della Provincia di Chieti, Francesco Menna, «sono l’Abruzzo e il Molise che devono tornare a essere un’unica Regione per i legami che intercorrono tra questi due territori. Siamo in un periodo in cui si parla tanto di macroregione adriatica, che comporta non solo l’unione tra regioni vicine, ma anche con regioni di altre nazioni. Quindi sono favorevole a un percorso che porti alla riunificazione di Abruzzo e Molise».

Secondo Palmerino Fagnilli, sindaco di Pizzoferrato, «per chi vive dalle queste parti, per una questione di viabilità è più facile raggiungere Isernia con la superstrada che Lanciano. Qui mai c’è stata separazione tra i territori, che sono una vera e propria cerniera rispetto a quanto aveva creato la Linea Gustav sul fiume Sangro. Del resto siamo più pentri che teatini o marrucini. Con la provincia di Isernia c’è un rapporto vivo, sentito. E se loro vogliono tornare in Abruzzo è perché fanno ragionamenti su solide basi».

Per Francesco Melone, sindaco di Scontrone, «questa loro iniziativa ci fa piacere come abruzzesi. Non conosco come è organizzata la Regione Molise come ente, ma i numeri per loro sono inclementi. La Regione Abruzzo, invece, per quello che ho constatato da quando sono sindaco, è abbastanza efficiente. Comunque, l’accoglienza è un sentimento che ci contraddistingue da sempre e per questo sarebbe opportuno creare un unico blocco tra Abruzzo e Molise».

«Premetto che con alcuni Comuni del Molise condivido alcuni servizi come quello dello scuolabus», dice il sindaco di Gamberale, Maurizio Bucci, «ma il discorso dell’annessione di Isernia all’Abruzzo, pur non conoscendone la motivazione, lo vedo abbastanza complesso. Un conto è l’unificazione tra le due Regioni, ma quello della sola provincia d’Isernia non credo che possa approdare facilmente all’obiettivo prefissato».

Chi manifesta interesse alla ricucitura con l’Isernino è Luciano Piluso, sindaco di Schiavi di Abruzzo. «Con la provincia di Isernia ho scambi su tutto», dice, «in passato abbiamo usufruito dei servizi dell’ospedale di Agnone e delle scuole superiori: può darsi che stando insieme si riattivino iniziative anche per migliorare i collegamenti viari. Aspettiamo con fiducia che venga riaperto il viadotto Sente, ancora chiuso. Qualche mese fa c’è stata la consegna dei lavori ma senza la certezza della sua riapertura perché i fondi sono pochi. Da qui con mezz’ora siamo a Isernia; per arrivare al capoluogo di provincia Chieti, invece, ci vogliono almeno due ore».

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