La vita bella con l’imprevisto della bontà
È difficile essere buoni in un mondo dominato dai social media in cui la fanno da padrone gli hater, una parola inglese che sta per odiatori. Contro la bontà è schierata la cultura urbana prevalente oggi, quella che ammira chi è cool, un’altra parola inglese che significa una persona distaccata, che non mostra mai i suoi sentimenti. Per fortuna c’è ancora chi se ne frega di essere cool e di militare fra gli hater. Uno di questi ribelli silenziosi della bontà si chiama Victor Coella, ha 96 anni e vive nella città di Providence in America. Giorni fa, il signor Coella ha preso una multa per eccesso di velocità. Portato davanti a un giudice di pace, in un programma televisivo simile al Forum italiano, si è difeso spiegando che correva in macchina perché stava portando in ospedale il figlio di 63 anni malato di cancro. Il giudice, Frank Caprio, si è commosso a sentire le sue parole e lo ha assolto: «Lei è un brav’uomo. A più di 90 anni lei si prende ancora cura della sua famiglia: è una cosa meravigliosa». Il finale di questa storia sembra uscire da un film di un altro buono per eccellenza, quasi omonimo del giudice, il regista Frank Capra, quello del film “La vita è meravigliosa”. Ed è davvero così. Non accade spesso, ma a volte la vita può essere bella, anzi meravigliosa. Grazie all’imprevisto della bontà.
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