Morire per caso in un giorno d’estate

22 Giugno 2020

«Stava facendo le pulizie in casa, si è affacciata dal terrazzino per scuotere una tovaglia, ha perso l’equilibrio ed è precipitata nel vuoto. Tragedia ieri notte in una abitazione di Narbolia, nell’Oristanese. Una donna di 43 anni, Stefania Piras, è morta dopo essere stata ricoverata in ospedale». Le piccole notizie, come questa pubblicata ieri dal sito Sardiniapost.it, nascondono, a volte, abissi. Racchiusi in poche righe ci sono un destino intero e un cattivo pensiero insolente. Il sospetto che viene a visitarci anche nel pieno della felicità di un giorno di prima estate è quello del dominio assoluto del caso sulla nostra vita. Un gesto abituale come quello di scuotere una tovaglia alla fine di un pasto si trasforma di colpo in un’irrimediabile svolta del destino. Stefania Piras sarà stata una bambina, un’adolescente e poi una donna con i sogni e le delusioni di tutti noi. L’idea della morte, la nostra e quella altrui, è legata di solito a un evento imprevedibile e traumatico, quasi mai a un gesto quotidiano, inoffensivo. È per questo che ce ne liberiamo con un gesto automatico come quello di chi scacci una zanzara in una giornata d’estate. Ma poi quel pensiero torna a interrogarci e a porci delle domande, sempre le stesse, per le quali non abbiamo risposte.
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