Silvio Baldini da record: ecco le 800 panchine

L’allenatore del Pescara mercoledì 9 aprile, nel recupero contro l’Arezzo, taglierà lo storico traguardo. E ora cerca la promozione in serie B
PESCARA. In salita e controvento. Ci sono allenatori passati alla storia come profeti del pallone. Silvio Baldini è prima di tutto un profeta della vita, e poi della vita per il mondo del calcio. Il tecnico del Pescara è patrimonio del movimento calcistico italiano e dopodomani, nella sfida contro l’Arezzo, festeggerà le 800 panchine in carriera. A 66 anni è uno degli allenatori in circolazione con più esperienza. Ha iniziato ad allenare tra i dilettanti, la serie C nei primi anni 90’ (Massese, Siena e Carrarese) e, poi, la B tra Chievo, Brescia, Empoli e Palermo, prima della serie A a Parma, Catania e Lecce. A Catania nel 2007, passa alla storia il calcio nel sedere rifilato al suo collega Di Carlo che allenava gli emiliani. In carriera ha centrato due promozioni: Empoli in serie A, nel 2002, e 20 anni dopo a Palermo, con l’approdo in B. In biancazzurro spera di infilare il tris, anche se non sarà facilissimo.
GLI AMICI. Anche a Pescara hanno apprezzato l’uomo Baldini, oltre al Baldini in panchina. Amico stretto di Luciano Spalletti, Corrado Orrico e Marcello Lippi, è uno dei tecnici più apprezzati dai suoi colleghi. Allenatori e addetti ai lavori, tutti d’accordo. Come uno tra i volti più pop del calcio in tv, l’ex calciatore e oggi opinionista Rai Lele Adani: «Molti ancora non hanno capito che Baldini è uno degli ultimi grandi sognatori di questo mondo. Se devo riassumere: la sua arte è sognare attraverso il calcio», ha raccontato qualche tempo fa sulle colonne di questo giornale. Innovatore, ma lontano dal calcio dei big e delle stelle, innamorato più della provincia e del calcio genuino, della passione.
LE ORIGINI. Silvio Baldini è di Canevara, una frazione di 350 abitanti del comune di Massa. Nel tempo ha comprato, a Marina di Massa, un camping e l’ha trasformato in una villa in cui vive con la famiglia. E’ padre di tre figli, tra cui Mattia che è nello staff tecnico del Pescara. Per staccare dal calcio e dalle sue pressioni Silvio va a caccia o va a fare delle passeggiate nei boschi delle alpi apuane. Specialmente di notte. «Da piccoli io e mio fratello non andavamo al luna park o al parco giochi, con lui si andava a caccia con i cani o nei boschi a passeggiare guardando l’alba o il tramonto. Ci ha cresciuto con il suo spirito filosofico», ha raccontato al Centro tempo fa Mattia Baldini.
SFIDA, MAGIA E MERCATO. Dopo Perugia e Crotone, in ordine cronologico, si è voluto rimettere in gioco accettando la scorsa estate la sfida con il Pescara. «Qui c’è la magia di realizzare i sogni», la sua frase cult in una delle prime interviste in questa stagione. Con i pescaresi è entrato subito in sintonia, anche se vive all’Ekk Hotel a Città Sant’Angelo. Spesso si vede nella zona di Porta Nuova, dove ama cenare in una osteria a ridosso di Pescara Vecchia. Si è visto spesso anche al mercato coperto di Porta Nuova, a chiacchierare con i tifosi tra i banchi del pesce o della frutta. Baldini è così e lui si alimenta del rapporto con le persone normali. L’establishment del calcio non lo ama particolarmente, ma la gente lo adora.
IL KARMA E IL MARE. Baldini crede nel karma, sua nonna gli diceva che la vita è la legge del contrappasso. Da ragazzo conosce Rosy, brasiliana, in una discoteca. Diventa la fidanzata, deve sposarla, ma tre giorni prima cambia idea. La donna ci resta malissimo, torna in Sud America. Baldini sposa poi Paola, l’attuale moglie, la loro prima figlia Valentina nasce con 20 giorni di ritardo: «Ha rischiato di morire nella pancia della madre. È una bimba disabile. Doveva campare 6 mesi, oggi ha più di 35 anni. Disabile al 100 per cento». «Valentina mi ha fatto capire cosa significhi amare incondizionatamente, così come mia moglie mi ha fatto capire cosa vuol dire costruire una famiglia». Il calcio come una religione: «Ai ragazzi dico che l'allenamento è un modo per esprimere i propri sentimenti, così come per i monaci lo è la preghiera». Gli piace il mare, anzi, lo adora. E gli fa tornare in mente quando da ragazzino andava al largo a prendere le cozze che poi riportava a casa e mangiava. O rivendeva per guadagnare qualche soldino. Gli hanno dedicato libri e documentari, lui macina record (800 panchine) ma è sempre lo stesso: in qualunque direzione si stia andando, sarà sempre in salita e controvento.
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