Svezia: 456 attrici denunciano molestie e violenze sessuali

10 Novembre 2017

Attrici di teatro, cinema e dell'Opera reale contro anni di abusi da parte di registi e produttori. E invitano la società a ribellarsi alla "cultura del silenzio" e al mito "dell'artista geniale"

STOCCOLMA. Registi e produttori svedesi non sono meno dei colleghi americani in quanto a soprusi sulle attrici. E' quanto emerge da una lettera aperta pubblicata in Svezia, e dalle denunce che da due giorni vengono accompagnate in rete dall'hashtag #metoo (anche io). A firmare la lettera di denuncia sono state 456 donne svedesi. Sono tutte attrici di teatro, dell'Opera reale o del cinema. In una lettera aperta, diffusa anche con #metoo, hanno denunciato anni di molestie, abusi sessuali e anche stupri da parte di registi e superiori. Denunciano quanto hanno subito, e invitano la società a ribellarsi alla “cultura del silenzio”. Denunciano anche “la cultura del mito dell´artista geniale”, che fin dai tempi del bravissimo ma arrogante e autoritario Ingmar Bergman spinge società, media, politici a tollerare vizi o cattive abitudini dei grandi o presunti grandi dello spettacolo e della cultura. In due casi si parla di stupro compiuto.

Ecco alcuni passi della lettera aperta delle 456 vittime pubblicata integralmente dal quotidiano Svenska Dagbladet: “Un collega ubriaco mi ha aggredito dopo la fine della rappresentazione di una pièce al teatro nazionale”; “Un collega con cui dovevo girare una scena di sesso, in un film cui ho lavorato mentre appena madre allattavo, mi palpeggiava i seni fino a farmi sgorgare il latte, e premeva contro di me il suo membro in erezione”. O ancora: “Un collega che nella pièce teatrale aveva il ruolo di mio padre ha cercato di impormi di baciarlo sulla bocca lingua a lingua”; “Un regista non cessava mai di palpeggiarmi violentemente il seno”. Finché gente simile è coperta dall'aureola del valore artistico del loro lavoro, dice ancora il documento, "si sente coperta dall'impunità, attori e registi resi celebri e stimati come geni della professione sono tollerati, qualsiasi cosa facciano subire alle loro colleghe”.

Tra le firmatarie della lettera aperta ci sono Lena Endre, protagonista di film derivati da Millennium (la serie di libri gialli del compianto Stieg Larsson) e Sofia Helin, attrice cinematografica e teatrale, o Ruth Vega Fernandez. Il quotidiano Svenska Dagbladet, uno dei maggiori del paese, ha pubblicato il testo integrale della lettera aperta. Lo shock contagia in modo virale società e mondo politico. Il primo ministro socialdemocratico svedese, Stefan Löfvén, ha condannato gli abusi contro le 456 vittime. “Sono scioccato, sono testimonianze di comportamenti orribili, e terrorizza la quantità delle denunce, la quantità degli abusi e delle violenze”, ha dichiarato. La ministra della Cultura, Alice Bah Kunke, ha convocato per lunedí prossimo per un vertice d'emergenza i responsabili dei maggiori teatri nazionali, dal Teatro drammatico di cui Bergman fu direttore al Teatro nazionale all'Opera reale. L'istituto svedese del cinema ha deciso di creare una "green card", una patente di correttezza, che impegni produttori e attori ad astenersi da ogni molestia, con sanzioni penali per chi viola la norma. Il gravissimo scandalo è tanto piú traumatico per la Svezia, paese all´avanguardia nel mondo per le pari opportunità, il rispetto verso le donne e il loro ruolo pubblico, e per la lotta a ogni abuso sessuale.