Una squadra per ricordare chi non c'è più

15 Maggio 2019

Non hanno più il fisico per giocare a calcio ma questo particolare non ha fermato un gruppo di 30-40enni di Manchester che hanno messo su una squadra e l’hanno chiamata Follo. Il colore delle...

Non hanno più il fisico per giocare a calcio ma questo particolare non ha fermato un gruppo di 30-40enni di Manchester che hanno messo su una squadra e l’hanno chiamata Follo. Il colore delle magliette è azzurro e sulle spalle hanno nomi come Lacey, Sammy e Jade. Non sono i loro nomi ma quelli dei figli che hanno perso per un incidente o un malattia. Il nome della squadra, Follo, fa riferimento a quelle giovani vite recise dal caso. Infatti è un acronimo che sta per For our lost little ones (Per i nostri piccoli che abbiamo perso). Per ora il Follo si allena e gioca solo partite amichevoli, ma i 26 padri-calciatori che lo compongono vorrebbero partecipare a un torneo vero. Il fondatore si chiama Gary Berkley e sulla maglietta ha il nome del figlio, Sammy, e il numero 14, l’età che il ragazzo aveva quando è stato investito da un’auto. Il primo a rispondere all’appello di Berkley è stato Mike Anderson, un amico di famiglia: sua figlia, Jade, aveva 14 anni quando nel 2013 è stata uccisa da un cane. Il centravanti del Follo, Danny Whitehouse, ha due nomi stampati sulla sua maglietta: Isabelle ed Eleonor, morte quando avevano appena 23 settimane di vita. Quando ha segnato il suo primo gol Danny ha esultato: «Ho fatto l’unica cosa che mi sentivo di fare, correre a bordo campo, trovare mia moglie, abbracciarla in lacrime».
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