Zona rossa dal 31 dicembre al 3 gennaio poi dal 5 all'Epifania
Feste con le massime restrizioni. Deroga per i piccoli Comuni: ci si potrà spostare da quelli sotto i 5mila abitanti, ma a una distanza massima di 30 chilometri. Prima della linea del rigore, l'Italia sarà tutta gialla almeno per un giorno, tranne l'Abruzzo che resterà unica regione arancione. Marsilio deluso
ROMA. Arriva il decreto di Natale: l'Italia sarà rossa per tutti i festivi e prefestivi fino alla Befana, con i negozi, i bar e i ristoranti chiusi e il divieto di uscire da casa propria se non per motivi di lavoro e salute. Dopo giorni di discussioni, il governo vara la nuova stretta per evitare che i pranzi e le cene delle feste facciano da detonatore per una terza ondata a gennaio e febbraio.
«L'indice di riproducibilità del virus è di nuovo salito» ammonisce il ministro della Salute Roberto Speranza «ed è perciò necessario, per arginare la risalita dei contagi, disporre la zona rossa». Le misure sono contenute in un decreto legge di 3 soli articoli che il Consiglio dei ministri ha approvato dopo una lungo confronto all'interno del governo e con le Regioni. Una discussione che con l'avvicinarsi delle vacanze si è fatta sempre più tesa: all'insofferenza dell'opposizione, che chiedeva all'esecutivo scelte chiare e rapide per dare agli italiani certezze il prima possibile, si è aggiunta quella della maggioranza, come ha fatto chiaramente capire il leader del Pd, Nicola Zingaretti, quando ha annunciato che, nel caso in cui il premier non avesse scelto la linea dura, il Lazio sarebbe andato per conto suo.
«Bisogna mettere in sicurezza il Natale, la zona gialla non basta più, è inutile girare attorno al problema. Rischiamo che gennaio e febbraio possano diventare drammatici». L'ennesima riunione dei capi delegazione è stata così molto tesa, 4 ore di discussione durante le quali Teresa Bellanova ha detto chiaramente che se è necessario un altro decreto «significa che quanto deciso finora non ha funzionato come doveva» e ha chiesto ristori al 100%. E il Cdm ha stanziato subito 400 milioni per bar e ristoranti costretti a chiudere: altre risorse arriveranno nel 2021. Alla fine ha prevalso la linea dei rigoristi, quella rappresentata fin dall'inizio dell'emergenza dai ministri Roberto Speranza, Dario Franceschini e Francesco Boccia, ribadita anche oggi da quest'ultimo alle Regioni.
«Questo è tra gli inverni più bui che il nostro Paese ricordi, restiamo uniti» ma le «misure restrittive hanno sempre avuto ragione». L'unica cosa che il premier Giuseppe Conte, che era con Italia Viva per un intervento molto più morbido, è riuscito a spuntare è la deroga per due commensali non conviventi, oltre ai minori di 14 anni, che potranno spostarsi anche con i divieti per raggiungere nelle abitazioni private familiari e parenti più stretti. Ma potranno farlo «una sola volta al giorno» e «verso una sola abitazione», ovviamente nella stressa regione. Nel provvedimento c'è anche la deroga per i piccoli Comuni: ci si potrà spostare da quelli sotto i 5mila abitanti, ma ad una distanza massima di 30 chilometri e comunque non per andare nei capoluoghi di provincia. Con l'eccezione della Campania, se Vincenzo De Luca manterrà quanto promesso annunciando un'ordinanza per vietare comunque ogni spostamento.
Dalla vigilia di Natale, l'Italia sarà dunque in zona rossa. E ci resterà fino al 27 e poi nuovamente dal 31 dicembre al 3 gennaio e dal 5 al 6 gennaio. Dieci giorni in tutto. Il 28, 29 e 30 dicembre e il 4 gennaio il paese sarà invece tutto in zona arancione: ci si potrà spostare liberamente all'interno dei comuni e i negozi saranno aperti. Per i bar e ristoranti se ne riparla invece il 7 gennaio. E d'altronde il monitoraggio settimanale dell'Istituto superiore di sanità non lasciava spazi di manovra. «Le aumentate mobilità e l'interazione interpersonale tipica della socialità di questa stagione potrebbero determinare un aumento rilevante della trasmissione» del virus, con un «conseguente rapido aumento dei casi»
Zona gialla, tranne l'Abruzzo Prima di chiudere tutto, l'Italia sarà però tutta gialla (tranne l'Abruzzo), almeno per un giorno: sabato scadono le ultime ordinanze di Speranza che tenevano Campania, Toscana, Valle d'Aosta e provincia di Bolzano in zona arancione e, dunque, da domenica anche in quei territori varranno le regole attualmente in vigore nel resto del paese. Da lunedì per 3 giorni saranno valide le misure per le zone gialle, ad eccezione della possibilità di spostarsi tra le regioni che sarà sospesa come previsto dal Dpcm del 3 dicembre. Nel corso della riunione con il governo, la maggior parte dei presidenti di Regione non hanno contestato le misure. Alcuni hanno criticato la poca chiarezza, ma la maggioranza era a favore della stretta. Luca Zaia le aveva anticipate con un'ordinanza, vietando da oggi la mobilità tra i comuni del Veneto a partire dalle 14, mentre il presidente dell'Emilia e della conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini aveva annunciato già in mattinata qual era la linea dei governatori: zona rossa «alternata», quella che poi è passata.
Abruzzo arancione. Da domenica, l'Abruzzo sarà l'unica regione d'Italia a rimanere in zona arancione. Il ministro Speranza, infatti, non firmerà nuove ordinanze e se per alcune regioni quella scadenza è fissata a domenica, quando avverrà il passaggio in zona gialla, per l'Abruzzo il provvedimento sarà in vigore fino al 26 dicembre. Alla vigilia del periodo natalizio, per gli abruzzesi salta la finestra temporale di 24 ore che avrebbe consentito gli spostamenti tra regioni, permessi nelle zone gialle fino al 20. «Sono deluso», commenta il governatore Marco Marsilio, che fino all'ultimo, alla luce dei dati in miglioramento, chiedeva una deroga.
"L'Abruzzo ha dati da regione gialla". «Più volte abbiamo argomentato i nostri dati con il ministero» aggiunge Marsilio «ma ci siamo trovati di fronte questa insistenza a non voler fare i conti con la nostra realtà. Con il cambio di colore avremmo avuto tre giorni di respiro consentendo un minimo di movimento. Siamo tra le cinque migliori regioni d'Italia per l'occupazione dei posti letto in terapia intensiva. Regioni che hanno il triplo di occupazione di letti negli ospedali sono gialle o stanno diventando gialle. C'era la possibilità di andare a derogare sulla base dei nostri numeri per uscire dalla zona arancione».