TODAY
1 AGOSTO
Oggi, ma nel 1216, a Perugia, Papa Onorio III, su supplica di Francesco d’Assisi, futuro santo il 16 luglio 1228, concedeva l’indulgenza plenaria, che passerà alla storia della Chiesa cattolica romana come solennità del Perdono di Assisi. Evento di estrema importanza con cadenza tra il mezzogiorno dell’1 e la mezzanotte del 2 agosto di ogni anno. Rimessione dei peccati da effettuarsi inizialmente solo ed esclusivamente nella piccola e iconica chiesa di Santa Maria della Porziuncola. Come verrà riportato dettagliatamente nel Diploma di Teobaldo, il documento di altissimo valore che verrà redatto dal vescovo di Assisi, nonché frate minore, Teobaldo Pontano, ed emanato dalla curia vescovile, il 10 agosto 1310, che per il suo crisma di ufficialità sarà universalmente conosciuto anche come Canone Teobaldino. Anche perché San Francesco era andato via dal colloquio riservato avuto con Papa Onorio III (nella foto, particolare, “Predica davanti a Onorio III”, di 230 x 270 centimetri, scena numero 17 delle 28 contenute nelle “Storie di San Francesco”, il ciclo di affreschi situato nella basilica superiore di Assisi, realizzato da Giotto di Bondone, verosimilmente nel 1296) senza portare alcuna prova scritta della grande concessione fattagli dal Santo Padre, ma confidando solo nella volontà di Dio e nella buona fede della più alta carica religiosa.
Poi, nel tempo, rispetto a quelle inizialmente fissate, le modalità dell’ottenimento dell'indulgenza plenaria avranno una più ampia estensione: così da consentire ai fedeli, confessati e pentiti, di recarsi in una qualsiasi chiesa parrocchiale del globo per ottenere l’assoluzione dalla pena e dalla colpa. Quindi non necessariamente dover più fare tappa nella chiesa francescana della Porziuncola, indicata inizialmente, e neanche in una chiesa francescana qualsiasi. Cencio Savelli era stato elevato sul soglio di San Pietro, come Onorio III, il 18 luglio precedente, dopo la dipartita terrena del predecessore, Innocenzo III, dal conclave riunitosi proprio a Perugia. E in quella città era rimasto ad adempiere alle prime funzioni del suo alto ministero quando San Francesco era stato mosso dalla volontà di assicurare la rimessione dei peccati ai fedeli senza costringere questi a sborsare l’obolo abitualmente necessario. Ciò gli era venuto in sogno, poiché la Chiesa era abituata a lucrare sulla concessione delle indulgenze. Ma il poverello d'Assisi non voleva neanche che i devoti fossero costretti a compiere pellegrinaggi massacranti che comunque alimentavano le già opulente casse vaticane e svuotavano quelle già malmesse dei peccatori.