1 febbraio
Oggi, ma nel 1956, a Cortina d’Ampezzo, in provincia di Belluno, sulla pista detta “Canalone” la sciatrice svizzera Madeleine Berthod, di 25 anni, di Château-d’Œx nel canton di Vaud, nel giorno del suo compleanno, conquistava la medaglia d’oro nella discesa libera femminile nell’edizione numero VII delle Olimpiadi invernali, facendo arrestare il cronometro sul tempo di 1’40” 7 e tagliando il traguardo davanti alla connazionale Frieda Danzer, che si doveva accontentare della seconda piazza, e alla canadese Lucile Wheeler, che giungeva terza.
Il successo dell’elvetica (nella foto, particolare, proprio mentre era impegnata nel cimento che la consacrava nell’olimpo dello sci del Cio, con il pettorale dedicato) arrivava dopo essersi piazzata sesta, il 17 febbraio 1952, nei giochi a cinque cerchi precedenti, quelli norvegesi di Oslo, sempre nella medesima specialità agonistica, quando la sua nazione non era proprio andata a segno nel medagliere: sia con gli uomini che con le donne. Era la prima vodese a fare suo il massimo riconoscimento olimpico nello sci alpino. Sempre nel contesto ampezzano, che prevedeva gare dal 26 gennaio al 5 febbraio, ma nello slalom gigante, sul Col Drusciè, si classificava quinta.
Mentre saliva sul gradino più alto del podio nella combinata femminile, davanti alla già citata Danzer e all’italiana Giuliana Minuzzo. Quest’ultima, era molto promettente tanto da essere stata la prima sciatrice italiana a portare a casa una medaglia olimpica, quella di bronzo, nella libera, ad Oslo, il 20 agosto 1952, dopo essere stata allenata dall’abruzzese Gigi Panei, originario di Sant’Anatolia di Borgocollefegato. Nel ’54, tra l’altro, la Berthod aveva meritato due argenti nel mondiale della Federazione internazionale sci, la Fis, ad Are, in Svezia, nello slalom gigante, dietro la transalpina Lucienne Smith, e nella combinata, alle spalle della connazionale Ida Shöpfer.
L’evento di Cortina rappresentava, tra l’altro, la prima manifestazione olimpica tenutasi nel Belpaese e prevedeva la presidenza del comitato organizzatore assegnata al conte Paolo Thaon di Revel - nipote del grande ammiraglio omonimo, che era stato medaglia d’oro a squadre con Nedo e Aldo Nadi, Abelardo Olivier, Dino Urbani e Tommaso Costantino, nella sciabola, alle Olimpiadi di Anversa, in Belgio, il 20 agosto 1920 - e la segreteria generale affidata a Giordano Giulio Fabjan. Mentre Giulio Onesti, presidente del Comitato olimpico italiano dal ‘44, era alla guida del comitato esecutivo.