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11 gennaio

Oggi, ma nel 1944, a Verona, contro il muraglione del poligono di tiro di Forte San Procolo, veniva fucilato, nella schiena, il “traditore” Galeazzo Ciano, dal 24 aprile 1930 marito di Edda, figlia di Benito Mussolini.

L’ex ministro degli Esteri del regime, in carica dall’11 giugno 1936 al 6 febbraio 1943, era l’unico imputato del famigerato processo contro i cospiratori del 25 luglio 1943 -quando, durante l’ultima seduta del Gran consiglio, era stato approvato l’ordine del giorno proposto dal gerarca Dino Grandi che sfiduciava il Duce e di fatto comportava la caduta del regime- ad aver ottenuto la condanna alla pena capitale all’unanimità, con 9 voti. La richiesta di grazia, che Ciano era stato forzato a consegnare al segretario del Partito fascista repubblicano Alessandro Pavolini, era stata respinta e il capo supremo non si era mosso per salvare il genero dalla scarica di piombo. Anche perché se avesse commutato la condanna a morte in carcere perpetuo avrebbe perso credibilità agli occhi dei residui sostenitori e soprattutto avrebbe sollevato la reazione violenta dell’alleato Adolf Hitler.

Il Fuhrer, infatti, aveva bloccato personalmente l’Operazione Conte, che avrebbe dovuto portare alla liberazione di Ciano in cambio della cessione dei suoi importanti diari che contenevano numerosi retroscena scottanti del ventennio. Dal punto di vista familiare, vane erano state anche le suppliche al padre rivolte da Edda, considerata la figlia prediletta del capo della Repubblica sociale italiana. Raggiunto dai proiettili, Ciano non moriva subito ed erano necessari due colpi di grazia sparati alla testa (nella foto, monsignor Giuseppe Chiot, parroco della chiesa veronese di San Luca, mentre si chinava per chiudere gli occhi della vittima e per impartire l’estrema unzione alla salma dell’ex delfino mussoliniano).

L’esecuzione di Ciano avveniva insieme a Giovanni Marinelli, già segretario amministrativo del Partito nazionale fascista; Carluccio Pareschi, ex ministro dell’Agricoltura; Luciano Gottardi, presidente della Confederazione dei lavoratori dell’industria. Galeazzo Ciano era figlio di Costanzo, ammiraglio, presidente della Camera dei deputati dal 28 aprile 1934 al 26 giugno 1939, medaglia d’oro al valor militare per l’impresa passata alla storia come Beffa di Buccari, realizzata con Gabriele d’Annunzio e Luigi Rizzo, nella notte tra il 10 e l’11 febbraio 1918, conte di Cortellazzo dal 1928, per volere del sovrano sabaudo Vittorio Emanuele III, titolo onorifico poi trasferito anche al figlio.