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12 marzo

12 Marzo 2025

Oggi, ma nel 1507, a Viana, in Spagna, durante l’assedio, si spegneva, a 32 anni, trafitto da 23 colpi di picca, Cesare Borgia, “Il duca Valentino”, perché titolare del ducato transalpino del Valentinois con tanto di stemma contraddistinto dai tre gigli di Francia secondo il permesso di Luigi XII, già consumato nel fisico dalla sifilide, verosimilmente ad opera degli avversari del regnante di Navarra Giovanni III d’Albret, fratello della moglie Charlotte. Il cadavere verrà ritrovato spogliato della sontuosa divisa da capitano generale comandante dell’esercito dello Stato della Chiesa.

L'illustre vittima, già cardinale nominato a 18 anni dal padre e in porporato fino al concistoro del 17 settembre 1498, era nata a Subiaco il 13 settembre 1475, era figlio illegittimo di Papa Alessandro VI, al secolo il valenciano Rodrigo Borgia, che a sua volta era nipote del successore di San Pietro Callisto III, e della sua amante mantovana Giovanna Cattanei detta "Vannozza", era fratello della temibile Lucrezia, aveva imbracciato le armi dopo l’omicidio del fratello Giovanni, secondo duca di Gandia. Quell'assassinio era avvenuto a Roma, il 14 giugno 1497, in piazza Giudea, verosimilmente ad opera dell'altro fratello Goffredo, per favorire le mire espansionistiche proprio dell’altro germano Cesare.

Quella di Cesare Borgia verrà comunque a torto o a ragione ritenuta dagli addetti ai lavori tra le figure più controverse del Rinascimento tricolore (nella foto, particolare, nell’opera realizzata da Giuseppe Lorenzo Gatteri, intitolata “Cesare Borgia lascia il Vaticano”, olio su tela, di 47 x 63 centimetri, del 1877, custodito nel Museo Revoltella di Trieste), così come quella della sorella lo sarà analogamente, al femminile nello stesso contesto rinascimentale del Belpaese. I resti mortali del feroce condottiero, nella cui fosca figura presumibilmente il pungente filosofo tedesco Friedrich Nietzsche vedrà la reincarnazione dell’Anticristo, come sosterrà anche nel suo lavoro che sarà appunto intitolato “L’Anticristo. Maledizione del cristianesimo”, opera che verrà scritta nel 1888 e pubblicata nel 1894, verranno recuperati dall’autorità municipale di Viana solo nel 1953, dopo una lunga sequela di inghippi burocratici, in occasione del 12 marzo.

Ma resteranno comunque, nonostante le non poche polemiche della comunità religiosa cattolica, nella parte sconsacrata, il patio, della chiesa gotica di Santa Maria, di fatto assecondando la disposizione dell’Inquisizione spagnola. Successivamente, nel 1956, sempre il 12 marzo, sempre a Viana, a Cesare Borgia verrà tributato finalmente onore con l’inaugurazione del busto in sua memoria, che verrà scolpito dall’artista navarrese Fructuoso Orduna, in occasione del 500 anni dalla violenta e prematuradipartita terrena.