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16 novembre
Oggi, ma nel 1917, a Fagarè, frazione di San Biagio di Callalta, in provincia di Treviso, nello scontro tra le truppe austro-ungariche e l’VIII armata del regio esercito italiano, quella del Montello, sulla riva destra del fiume Piave, nel contesto del primo conflitto mondiale, si consumava la fase più acuta della battaglia d’arresto, dopo la rotta di Caporetto, del 24 ottobre-12 novembre precedente. Le forze tricolori, in particolare i battaglioni 64, 68 e 69 bersaglieri, che si erano ritirate fino al Piave dopo l’assalto asburgico, riuscivano, a stento, a contenere il passaggio del fiume sacro da parte del nemico, che comunque in alcuni tratti era in grado di sfondare la linea difensiva. Fagarè diverrà “della battaglia” per onorare le vittime di quel feroce spaccato della grande guerra e, sulla strada statale 53 Treviso-Oderzo, a 20 chilometri di distanza da Treviso, ospiterà il sacrario e ossario militare.
L’edificio, che verrà inaugurato il 4 novembre 1933, dal sovrano sabaudo Vittorio Emanuele III, dal presidente del consiglio dei ministri Benito Mussolini e dal segretario del Partito nazionale fascista Achille Starace, sarà disegnato dall’architetto Pietro Dal Fabro, in stile neoclassico e realizzato interamente in marmo chiaro.
Sarà strutturato ad esedra per abbracciare il preesistente monumento agli eroi del Piave, datato 1919 e opera di Alterige Giorgi di Carrara che però verrà rimosso nel 1939. Sarà un luogo di culto laico dedicato a quanti abbiano immolato la propria esistenza terrena per il Belpaese (nella foto, particolare, il motto scolpito nel fabbricato) che, dal 1935, ospiterà 5.191 caduti identificati e 5.350 ignoti. Perlopiù provenienti da sepolture provvisorie in 80 cimiteri di guerra del basso Piave.
Tra i deceduti noti vi saranno anche i combattenti insigniti di medaglie d’oro al valor militare alla memoria: Francesco Mignone, classe 1884, maggiore, fante proveniente dalle truppe coloniali dell’Eritrea, morto a Fossalta di Piave il 17 giugno 1918, medagliato il 31 maggio 1923, Ernesto Paselli, del 1875, morto a Candelù di Maserada sul Piave il 18 giugno 1918, tenente colonnello, alpino, medagliato il 31 marzo 1921, Soccorso Saloni, del 1895, sergente, bersagliere, morto a Losson di Meolo il 19 giugno 1918, medagliato il 23 marzo 1919, Attilio Verdirosi, del 1873, morto a Losson di Meolo, il 19 giugno 1918, caporale, ardito proveniente dai bersaglieri, medagliato il 13 maggio 1919.