18 gennaio
Oggi, ma nel 1880, a Roma, Papa Leone XIII, nel suo secondo anno di pontificato, pubblicava la lettera enciclica “Piacere nobis”, tecnicamente rientrante nella categoria del “Motu proprio”, ossia le decisioni assunte di propria iniziativa, con la quale disciplinava la stampa delle opere di San Tommaso d’Aquino da Roccasecca, principale esponente della Scolastica, santo dal 1323, dottore della Chiesa dal 1567, reputato dagli addetti ai lavori un vero e proprio imprescindibile punto di riferimento della cristianità, e designava a soprintendere l’iniziativa i cardinali Antonino De Luca, Giovanni Simeoni e Tommaso Zigliara.
Nell’ordine si trattava del prefetto della Sacra congregazione degli studi, del pari grado della Sacra congregazione di Propaganda fide, del rappresentante apicale dell’Ordine di San Domenico. Il Santo padre, inoltre, affidava i commenti ai testi ai più accreditati esperti del “Dottore Angelico”, ossia a Gaetano Tommaso de Vio per la “Summa Theologica”, e a Francesco Silvestri “Il ferrarese” per la “Summa contra gentiles”. Per portare a termine il compito, di non facile realizzazione, il successore di San Pietro stanziava 300mila lire come cifra d’avvio e addossava i successivi esborsi all’erario di Propaganda fide che avrebbe poi recuperato le spese attraverso le vendite dei volumi.
Vincenzo Gioacchino Pecci promuoveva, inoltre, la realizzazione di un tomo con le illustrazioni ritenute migliori degli studi tomistici. Tommaso d’Aquino (nella foto, particolare, in una delle più classiche rappresentazioni pittoriche, intento a scrivere), morto nell’abbazia di Fossanova di Priverno, in quel di Latina, dove si era ritirato nell’ultima fase della sua esistenza terrena di esimio studioso, il 7 marzo 1274, frate domenicano, canonizzato il 18 luglio 1323 da Giovanni XXII, tra l’altro anche patrono dei teologi, dopo il trapasso le spoglie erano conservate nella chiesa appartenente al suo ordine “Les Jacobins” di Tolosa, in Francia, nazione ampiamente visitata durante gli spostamenti di Tommaso, ma non integralmente.
Il cranio, infatti, verrà spostato nella concattedrale della già menzionata Priverno, la mano destra nella chiesa di San Domenico a Salerno, la costola detta del cuore nel duomo di Aquino, nel frusinate. La prima edizione dell’Opera omnia era stata redatta, per volere di Pio V e per questo chiamata “Plana”, nel 1570, nello studio del convento romano di Santa Maria sopra Minerva che, dal 1577, per decisione di monsignor Juan Solano, ospiterà l’università pontificia intitolata proprio alla memoria di San Tommaso d’Aquino e ribattezzata “Angelicum”.