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19 gennaio
Oggi, ma nel 1980, a Roma, moriva a 45 anni, per un tumore all’esofago, Piero Ciampi, virtuoso della musica d’autore. Era originario di Livorno, e ad assisterlo fino alla fine del suo percorso terreno c’era il suo medico, anche lui cantautore, Mimmo Locasciulli, da Penne, in provincia di Pescara. Quest’ultimo, per ricordare l’amico, inciderà il bano “Tu no”, su testo e musica proprio di Ciampi (nella foto, particolare dell’opera stencil dell’artista Alessandro Bennati “Laben”, di Arezzo, realizzata a Livorno), del 1974.
Ma saranno svariati i protagonisti della scena canora del Belpaese a volere omaggiare Ciampi per la sua unicità. Come Vinicio Capossela, Adelmo Fornaciari "Zucchero", Marco Castoldi "Morgan", Franco Califano, Francesco Bianconi del gruppo Baustelle di Montepulciano, Claudio Lolli, Gino Paoli. A portarsi via Ciampi non era la cirrosi epatica, causata dall’elevato consumo di alcolici, come lui aveva previsto, ma un altro male, quasi, tra un bicchiere ed una sigaretta, avesse fallito il tentativo di autodistruggersi. Idea dell'annientamento fisico che si era fatta sempre più forte nella sua mente dopo il suicidio dell’amico e collega Luigi Tenco, che era avvenuto a Sanremo il 27 gennaio 1967. Ciampi aveva esordito nel 1963, sotto lo pseudonimo di "Piero Litalianò", nomignolo che aveva mutuato dal suo turbolento periodo di formazione trascorso a Parigi e in Svezia a lavorare come chitarrista insieme a Tenco.
L’ultimo album in vita, registrato in studio, era stato “Dentro e fuori”, del 1976. Postumo, invece, uscirà “Il disco”, nel 1992. Considerato irrisolto, poeta maledetto, tenuto ai margini della discografia durante la vita, anche per la sua dipendenza dall’alcol, e poi riscoperto e molto considerato dopo la scomparsa, Ciampi era ritenuto dagli addetti ai lavori irriverente, provocatorio, caustico, geniale, estremamente anarco-comunista, riottoso all’esposizione mediatica e ancor più al successo su larga scala. I testi dei suoi pezzi erano densi di contenuti irrituali e scomodi benché molto poetici. Eppure grandi del cantautorato tricolore come il già menzionato Paoli -che molto lo aveva aiutato a farsi largo nel complesso dedalo delle etichette discografiche nazionali- l’italo-francese Iolanda Cristina Gigliotti "Dalida" e Fabrizio De Andrè hanno ammesso di dovere molto all’opera di Ciampi nel loro percorso di crescita professionale. Alla memoria di Ciampi Livorno dedicherà il premio omonimo.