2 ottobre
Oggi, ma nel 1896, dal porto di Napoli, salpava il Savoia (nella foto), primo panfilo reale tricolore - nonché nave di rappresentanza del re d'Italia Umberto I e della consorte regina Margherita, oltre che degli altri componenti della casata savoiarda -, comandato dal capitano di fregata Augusto Aubry. Aveva a bordo l’ammiraglio Tòmaso di Savoia-Genova in veste di delegato ufficiale della corona oltre che di rappresentante della regia Marina militare, e il principe ereditario Vittorio Emanuele di Savoia. Era diretta, dopo una sosta a Brindisi il 4 ottobre successivo, ad Antivari. Ovvero la cittadina di Bar, in lingua slava, località posta a 50 chilometri a sud est delle Bocche di Cattaro, terminale della vecchia strada che collegava la costa alla scoscesa Cettigne, la storica capitale del regno di Montenegro. Dove il rampollo sabaudo, accompagnato da Tòmaso di Savoia-Genova, si recherà per incontrare la principessa Jelena Petrovic-Niégos, figlia di Nicola I Petrovic-Niegos, gospodar, ossia massimo dignitario montenegrino, dal 1860, sua promessa sposa.
L'imbarcazione degna di tanta vetrina era stata varata, il 23 giugno 1883, sempre nel capoluogo partenopeo, dopo essere stata costruita a Castellammare di Stabia, in quel di Napoli, nel regio cantiere navale, su progetto dell'ingegnere Carlo Vigna. Nel 1902 verrà trasformata in nave officina e ribattezzata Vulcano, prima di essere radiata nel 1923.
Il fidanzamento tra i due rampolli di sangue blu era stato una sorta di congiura, alla quale avevano preso parte, nel corso del 1895-1896, una lunga scia di teste coronate non solo europee, per garantire una consorte a Vittorio Emanuele. Il matrimonio tra quest'ultimo, nato a Napoli nel 1869, e Jelena, di Cettigne, del 1873, verrà celebrato, il 24 ottobre di quel 1896, a Roma, con rito civile nel palazzo del Quirinale e con la funzione religiosa nella basilica capitolina di Santa Maria degli Angeli. Rito, officiato dal gran priore di San Nicola di Bari, monsignor Oderisio Piscicelli, previsto dopo la conversione al cattolicesimo dalla originaria fede protestante, nella cattedrale barese, del 19 ottobre 1896, della futura regina d'Italia, che sarà in carica accanto al marito re come Vittorio Emanuele III, dal 29 luglio 1900 al 9 maggio 1946.
Per commemorare lo sposalizio verrà previsto il francobollo, da 20 centesimi di lira di valore nominale, che diverrà noto come "nozze di Vittorio Emanuele III", che non verrà mai distribuito, ufficialmente per mancanza di tempo, e perciò esistente in soli, presunti, 100 esemplari.