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21 luglio

Oggi, ma nel 1927, a Nürburg, in Germania, nel circuito del Nürburgring, Alfredo Binda, vinceva la prima edizione del campionato mondiale di ciclismo su strada prevista per i professionisti. Chiudeva la sua prova in 6 ore 37 minuti e 29 secondi, alla media di 27,54 chilometri all'ora. Binda (nella foto, particolare del disegno di Vittorio Pisani sulla copertina della "Tribuna illustrata", supplemento settimanale del quotidiano "La Tribuna", del 31 luglio 1927, proprio con Binda campione del mondo), di Cittiglio, in provincia di Varese, classe 1902, in forza alla società sportiva Legnano, professionista dal 1922, soprannominato "l'imbattibile", già conquistatore del Giro d'Italia del 1925 e di quello del 1927, vincerà la medaglia del metallo più prezioso anche ai campionati mondiali del 1930 di Liegi e del 1932 di Roma.

A Zurigo 1929, invece, dovrà accontentarsi del bronzo, giungendo dietro al belga Georges Ronsse, primo classificato, e al lussemburghese Nicolas Frantz, secondo. Il mondiale del 1928 di Budapest verrà "sciupato" per il Belpaese proprio a causa dell'irriducibile antagonismo tra Binda e Girardengo. Ma quel 21 luglio 1927, in terra tedesca, era tricolore tutto il podio. Con argento Costantino "Costante" Girardengo, di Novi Ligure, in quel di Alessandria, del 1893, del team Wolsit-Pirelli, aggiudicatosi il Giro d'Italia nel 1919 e nel 1923, super rivale di Binda, e bronzo Domenico Piemontesi, di Boca, in quel di Novara, del 1903, della Bianchi. In realtà anche la quarta piazza veniva onorata da un italico: Gaetano Belloni, di Pizzighettone, in quel di Cremona, del 1892, della Opel, già primo al Giro d'Italia del 1920.

Di fatto la prova in linea per gli uomini "pro", di 182,480 chilometri, era disputata contemporaneamente sullo stesso tracciato e sulla medesima distanza di quella prevista per i dilettanti. Al via avevano preso parte complessivamente 55 atleti provenienti da 11 nazioni. L'anno precedente, il 29 luglio 1926, si era corso il mondiale promosso dall'Unione ciclistica internazionale tra Milano e Torino, ma non verrà realmente considerato negli annali Uci perché era riservato solo ai dilettanti, come avveniva dal 1921, che avevano battagliato sulla tratta di 183 chilometri. Trionfatore era stato il francese Octave Dayen, giunto a tagliare il traguardo di Leinì davanti al connazionale Jiules Merviel. L'Italia, che pure ospitava l'evento, si era dovuta accontentare della medaglia di bronzo con Piero Polano, di Torino, del 1904.