Il sovrano gran commendatore Saverio Fera

TODAY

21 marzo

Oggi, ma nel 1910, a Roma, veniva ufficializzata la nascita della Serenissima gran loggia d'Italia, obbedienza massonica di rito scozzese antico e accettato, detta anche di piazza del Gesù, numero 47, dal luogo della sua sede storica, prima del trasferimento in via San Nicola dei Cesarini, a Palazzo Vitelleschi, al civico 3. La fase di gestazione era iniziata con la scissione dal Grande Oriente d'Italia, del 24 agosto 1908, guidata dal sovrano gran commendatore Saverio Fera (nella foto, particolare), originario di Petrizzi, in provincia di Catanzaro, classe 1850, che si era trascinato dietro 21 componenti del supremo consiglio su 69 e 11 logge sparse su e giù per l'Italia. E l'apertura della primissima sede provvisoria di via Ulpiano.

In estrema sintesi la spaccatura con la massoneria di Palazzo Giustiniani, dal nome della sede più nota, in via della Dogana vecchia, nell'Urbe, fondata, a Milano, il 20 giugno 1805, si era creata dopo l'elezione a gran maestro del Goi di Ettore Ferrari, romano, del 1845, noto per essere stato tra l'altro lo scultore della statua di Giordano Bruno, a Campo de' fiori, svelata il 9 giugno 1889, e di quella di Ovidio a Sulmona, inaugurata il 20 aprile 1925, che si attestava su posizioni rigide, anticlericali e di attacco alla Chiesa cattolica capitolina fino al punto di appoggiare la mozione del parlamentare socialista e massone Leonida Bissolati volta a sopprimere l'insegnamento della religione nelle scuole elementari. I neo seguaci della Serenissima gran loggia d'Italia, invece, si contraddistinguevano per una posizione maggiormente moderata e conciliante nei confronti della Chiesa cattolica. E si erano opposti alla censura, proposta da Ferrari, dei deputati massoni che non avevano votato positivamente la mozione Bissolati.

Nel 1912 la Serenissima gran loggia d'Italia otterrà il riconoscimento internazionale della Conferenza mondiale dei supremi consigli di rito scozzese antico ed accettato, e questo atto ne accrescerà la credibilità nel Belpaese. Il 29 dicembre 1915, a Firenze, avverrà la morte di Fera che era stato uno dei volontari garibaldini, che a soli 16 anni aveva preso parte alla campagna del 1866, per poi diventare pastore valdese. Gli succederà Leonardo Ricciardini, coadiuvato da Raoul Palermi. Quest'ultimo assurgerà alla guida della Gran loggia il 23 marzo 1919.