26 Marzo
Oggi, ma nel 1976, a Peschiera Borromeo, in provincia di Milano, nella frazione Mezzate, all'Idroscalo, Giorgio Invernizzi, studente di Medicina di 22 anni, con l'amico coetaneo e compagno di facoltà Fabrizio Demichelis, assasinava, con tre colpi di spranga alla testa e cinque proiettili calibro 6.35 e 7.65, sparati sempre alla nuca, la ex fidanzata Olga Julia Calzoni Sforza, di 16 anni, studentessa del liceo scientifico meneghino Alessandro Volta. L'omicidio avveniva senza un reale movente, come spiegheranno i due aguzzini in tribunale, prima di essere condannati entrambi all'ergastolo, nel 1978, in via definitiva, proprio a ridosso del secondo anniversario della scomparsa della vittima. Avevano attirato la ragazza con la scusa di una uscita di riconciliazione. Invernizzi, infatti, l'aveva lasciata e lei non si era rassegnata a perdere l'amato. Sul diario di lei verranno anche ritrovate dediche d'amore al killer. I due volevano simulare un rapimento, chiedendo 400 milioni di lire alla famiglia della giovane. Anzi, inizialmente la cifra sarebbe dovuta essere di un miliardo e 200 milioni, ma poi era stata ridotta. Di fatto la messa in scena neanche era cominciata. La soppressione verrà adombrata di presunti motivi politici (nella foto, il ritratto di Julia accanto a ritagli di quotidiani del periodo che accostavano l'esecuzione al delitto del Circeo, del 30 settembre 1975, a San Felice Circeo, ai danni di Rosaria Lopez, deceduta, e Donatella Colasanti, sopravvissuta, da parte di Gianni Guido, Angelo Izzo, Andrea Ghira), essendo i due sicari frequentatori di piazza San Babila, abituale ritrovo della gioventù di destra neofascista milanese. Ma in realtà la militanza nel Movimento sociale italiano aveva poco a che fare con la penosa fine di Julia.
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