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27 luglio

Oggi, ma nel 1868, a Cancia, frazione di Borca di Cadore, in provincia di Belluno, si staccava la colata detritica, da 100mila metri cubi di roccia, dal monte Antelao, di 3264 metri sul livello del mare, seconda cima delle Dolomiti dopo la Marmolada di 3343. L'ondata di massi seppelliva l’abitato con 13 edifici coinvolti e 12 vittime.

L'evento riportava alla memoria la frana del 21 aprile 1814 quando tre frazioni, fra cui Taulèn e Marceana, sulla riva destra del torrente Boite, erano state distrutte. In quella occasione i morti erano stati 314. Quella era stata reputata la frana più disastrosa nella storia recente delle Dolomiti e aveva lasciato un segno indelebile nella memoria degli abitanti del comprensorio. Sopra Taulèn era poi sorto l'abitato di Villanova di Borca. La stessa zona di Cancia verrà colpita dalle colate detritiche nel 1994 e nel 1996, ma senza alcun decesso.

Il 18 luglio 2009, 20mila metri cubi di fango e ghiaia, sempre nello stesso posto, uccideranno due abitanti: Giovanna Belfi, di 82 anni e Adriano Zanetti, di 63. Il 4 agosto 2015 si ripeterà il fenomeno, nel tristemente noto "canale della Rovina di Cancia", portando via 3 vite. Il canale della Rovina di Cancia si era originato per incisione del ghiaione sottostante, la Forcella Salvella, a 2500 metri d'altezza, sul versante sud occidentale dell'Antelao, con fondo corsa proprio a monte dell’abitato di Borca di Cadore. La colata detritica del 1868, ma anche quelle successive, era causata per lo più da precipitazioni di breve durata e di forte intensità, concentrate prevalentemente nel periodo estivo. Il fenomeno si innescava lungo il canalone, a quota 1666 metri, e scendendo a valle si aggravava fortemente a 1300 metri, dove al materiale solido si aggiungevano le acque del rio Bus del Diau, le quali mobilizzavano la parte rocciosa e solida di colata per trascinarla a valle con enorme forza dirompente.

Nel settembre 2019, dopo infiniti studi e sperimentazioni di sistemi d'avviso anti valanga, verrà avviato il cantiere per realizzare la grande briglia frangi-colata, di tecnologia giapponese, detta Sabo Dam (nella foto, particolare), commissionata dalla Provincia di Belluno, per tentare di risolvere il problema. Si tratterà di un'operazione da 4 milioni di euro destinata ad assicurare la mitigazione di colata detritica, storica minaccia all'incolumità della strada statale 51 di Alemagna e dell'abitato di Cancia. L'enorme struttura a pettine eretta a bloccare i massi in discesa dall’Antelao verrà affiancata da altre due opere: la deviazione del Bus del Diau, dove verrà separata la colata solida, composta da massi, dalla parte liquida e, poi, la costruzione di una vasca di dissipazione, per rallentare l’erosione provocata dall’acqua in discesa.