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29 settembre

Oggi, ma nel 1994, in tutta Italia, veniva pubblicato dall’etichetta discografica milanese Numero uno, del gruppo Rca, “Hegel”, ventesima ed ultima raccolta di Lucio Battisti, di 51 anni.

I testi erano di Pasquale Panella ed era il quinto lavoro dell’artista di Poggio Bustone (nella foto, particolare, una maglietta promozionale con la stampa a contrasto della copertina in stile minimalista) realizzato in sodalizio con il paroliere romano.

Le compilation precedenti erano “Don Giovanni”, del 1986, “L’Apparenza”, del 1988, “La sposa occidentale”, del ’90, e “Cosa succederà alla ragazza”, del 1992. Dopo la lunga fase con Mogol, alias Giulio Rapetti, iniziata ufficialmente con il rilascio da parte della dischi Ricordi, il 23 luglio 1966, del 45 giri “Dolce di giorno/Per una lira”, ritenuto il primo singolo, i testi erano divenuti più complessi ed ermetici. Con iniezioni di spiritualità, filosofia, storia ed esoterismo che una buona fetta degli ascoltatori abituali aveva faticato a recepire. Ciò si univa alla scomparsa dalla scena mediatica, scelta che aveva contribuito alla consacrazione di un vero e proprio “secondo Battisti”.

Tra l’altro la dipartita terrena che si verificherà il 9 settembre ’98, a Milano, a 55 anni, verosimilmente per un linfoma maligno al fegato o per una glomerulonefrite, ovvero una patologia infiammatoria dei reni, sembrava essere stata preconizzata. Soprattutto dalla “E”, presumibilmente di “End”, esposta ovvero “Fine”, esposta sul frontespizio del compact disc, in luogo dell’H iniziale del cognome del filosofo di Stoccarda.

Tra le varie congetture legate al viraggio verso tematiche reputate maggiormente intimistiche e “aeree” vi era stata quella dell’ulteriore accostamento a destra, riprendendo il luogo comune che vedeva il pensiero politico dell’interprete della “Canzone del sole” addirittura tra i finanziatori di Ordine nuovo ed in appoggio al Movimento sociale italiano, soprattutto durante gli anni di maggiore scontro ideologico nel Belpaese.

Nonostante Battisti sia stato molto apprezzato anche a sinistra e persino dai brigatisti.