3 marzo

Oggi, ma nel 1912, a Bu Msafer di Derna, in Libia, durante la guerra italo-turca, si consumava lo scontro alla baionetta tra gli esponenti dei reggimenti 35° e 26° fanteria del regio esercito italiano, che erano coadiuvati dai componenti i battaglioni alpini “Edolo”, “Verona” e “Ivrea”, contro 10mila armati ottomani, guidati da Even Bey, e la giornata era caratterizzata, tra l'altro, dall’estremo sacrificio del capitano Michele D’Angelo, di 44 anni, comandante dell’unica batteria da montagna giunta in appoggio, la dodicesima, rientrante nel primo reggimento.
Lo scontro, che si svolgeva agli ordini del generale Luigi Capello, si chiuderà con la vittoria tricolore, conterà 65 vittime, tra i quali 8 ufficiali e 57 elementi di truppa, e 177 feriti, ovvero 13 militari di alto grado e 84 soldati, tra le forze del Belpaese, lasciando sul campo di battaglia complessivamente 800 avversari. La campagna di Roma per la conquista coloniale della quarta sponda era cominciata il 29 settembre 1911 e terminerà il 18 ottobre di quel 1912 con l’annessione italiana della Cirenaica, della Tripolitania e del Dodecaneso.
D’Angelo (nella foto, particolare, disegnato in divisa nell’immagine tratta dal volume intitolato “Guerre coloniali. Medaglie d’oro del regio esercito”, edito dal Ministero della Guerra-Comando del Corpo di Stato maggiore-Ufficio storico”. Libreria dello Stato, della Capitale, nel 1930, sotto l’egida del fascismo che punterà a riprendere e valorizzare i caduti d’oltremare periti per consentire l’espansione della Patria), originario di Rionero in Vulture, in provincia di Potenza, che era stato chiamato a prestare servizio in Africa il 25 gennaio 1912, veniva centrato all’addome da un proiettile entrato sotto la spalla sinistra prima che, finite le munizioni, la pugna divenisse all’arma bianca.
Con lui passava a miglior vita anche il sottoposto Rodolfo Boselli, tenente, modenese di 25. D’Angelo verrà insignito della medaglia d’oro al valor militare alla memoria - come anche Boselli - e sarà eternato dal monumento e dall’epigrafe fatti realizzare dal senatore della sinistra storica e grande studioso del Meridione Giustino Fortunato, concittadino e parente del defunto, nella piazza principale di Rionero, XX settembre, che poi sarà intitolata proprio al ricordo di Fortunato. Inoltre verrà dedicata all’artigliere D’Angelo la caserma del 16° reggimento di Belluno, della brigata alpina “Cadore”, e ospiterà anche alcuni suoi cimeli: la sciabola d'ordinanza, il cinturone e le spalline con frange.