Il commentone della 27esima giornata di Serie A
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Napoli vs Inter, è parità! Non ne approfitta l'Atalanta, con le distanze che rimangono invariate. È bagarre per lo scudetto, a 11 gare dal traguardo
Fiorentina vs Lecce
La ventisettesima giornata si apre con la sfida tra Fiorentina e Lecce, due formazioni reduci da un periodo difficile, in cui hanno collezionato risultati negativi. La viola parte fortissimo e sblocca subito il risultato: al 9', Dodo scappa sulla fascia a Gallo e mette in mezzo, trovando smarcato Gosens che, con uno stacco perentorio, sigla la rete del vantaggio. Ma come spesso accaduto durante la stagione, i Gigliati si rilassano troppo, concedendo opportunità ai propri avversari. Il Lecce non riesce a creare granché in zona offensiva, rendendosi pericoloso solo al 44': al termine di un'azione prolungata e confusa, Karlsson si ritrova la palla tra i piedi e prova a scavalcare De Gea con un pallonetto, che però non si alza a sufficienza e viene così respinto dallo spagnolo. Nella ripresa la squadra di Palladino entra in campo con un atteggiamento diverso, sfiorando il gol del doppio vantaggio in più situazioni. La più eclatante è al minuto 73, quando Beltran spreca un calcio di rigore tirando sul palo. È sempre sui piedi dell'argentino l'altra occasione per chiudere il match: schema da calcio piazzato che libera fuori area il numero 9, la cui conclusione si schianta sulla traversa. Sul ribaltamento di fronte, contropiede letale dei salentini: Danilo Veiga viene servito, salta secco Dodo, ma tira male, con il pallone che termina sul fondo. Finisce così 1-0 tra Fiorentina e Lecce, con la viola che torna alla vittoria non senza soffrire, soprattutto a causa dello scarso cinismo sotto porta in più occasioni, con le partite che rimangono così aperte a ogni scenario.
Atalanta vs Venezia
Apre il sabato l’Atalanta, che sfida il Venezia qualche ora prima del big match tra Napoli e Inter, con la grandissima opportunità di agganciare, seppur provvisoriamente, la vetta della classifica. La squadra di Gasperini parte all’attacco, creando occasioni su occasioni: nel giro di 3 minuti, prima Lookman colpisce l’esterno della rete, poi Retegui non impatta bene un cross del nigeriano dall’interno dell’area piccola. La Dea ha il pallino del gioco ma rischia di sbilanciarsi troppo: da un calcio di punizione a favore, la difesa dei Lagunari respinge al limite, De Roon pasticcia e regala così un 2 vs 1 a tutto campo. Dopo 50 metri di corsa palla al piede, Zerbin va alla conclusione, ignorando Maric tutto solo in area. Dopo lo spavento, riprendono l’assalto i bergamaschi sfiorando ancora il gol con Retegui, sempre di testa, e poi con Cuadrado, che se la sposta sul destro con la sua solita giocata e tira rasoterra, sollecitando l’intervento di Radu in corner. Passano pochi minuti e arriva la chance migliore del primo tempo: un imprendibile Lookman semina il panico sulla fascia e, giunto in area, serve con il tacco Zappacosta, che prova a piazzare la conclusione, colpendo il palo. Anche sfortunati gli Orobici, con la porta che sembra quasi stregata. Nel recupero del primo tempo, su un rilancio apparentemente sotto controllo, lo stesso Zappacosta sbaglia il tempismo favorendo ancora una volta Zerbin, che non riesce a superare in pallonetto Carnesecchi. Nella ripresa non si segnalano tentativi degni di nota, tranne che un tiro di Retegui, altissimo sopra la traversa da posizione più che favorevole, un colpo di tacco di Yeboah, su cui è reattivo Carnesecchi, e soprattutto l’occasione di Lookman all’83’: cross da corner, spizzata aerea e palla che arriva sui piedi dell’ex Fulham, che fallisce incredibilmente il gol del vantaggio da pochi metri. Grande passo falso di Retegui e compagni, che sono apparsi un po’ stanchi e poco lucidi, mentre grande prova di coraggio e di resistenza degli arancioneroverdi, che rimangono ancorati al penultimo posto in classifica ma con maggiore consapevolezza, dopo aver giocato una buona partita contro una delle pretendenti al titolo.
Napoli vs Inter
Il big match di giornata è la sfida tra Napoli e Inter, tra Conte e Inzaghi, tra Lukaku e Lautaro. È lo scontro al vertice tra le prime due classificate, separate da un solo punto e reduci da un mese di flessione, con i partenopei che hanno ottenuto solo 3 punti su 12 disponibili, mentre i nerazzurri 7, avendo però affrontato una partita in più. L’incontro è giocato a buon ritmo, con nessuna squadra a prevalere sull’altra, fino al minuto 22: Mkhitaryan viene steso al limite dell’area, ottenendo un calcio di punizione dai 20 metri. Sulla palla si posizionano sia Calhanoglu che Dimarco, con l’esterno italiano che va alla battuta, trovando una traiettoria meravigliosa per l’1-0 interista. Gol spettacolare di Dimarco, che registra un piccolo record: da quando il Maradona è stato intitolato al Pibe de Oro, nessun mancino aveva mai segnato da calcio di punizione diretto. L’ultimo era stato Arkadiusz Milik nel gennaio 2019, quando lo stadio però si chiamava ancora San Paolo.
Gli azzurri accusano il colpo per qualche minuto, ma poi iniziano a prendere sempre più in mano il pallino del gioco, creando occasioni promettenti, in particolare con Lukaku: al 34’ il belga colpisce benissimo al volo ma accarezza soltanto l’esterno della rete; al 45’, invece, viene servito da Raspadori a pochi metri dalla porta, ma Bastoni con una scivolata provvidenziale si immola e salva un gol già fatto. Nella seconda frazione di gara, si fanno sentire fatica e acciacchi per i meneghini, che al 51’ devono fare a meno di Calhanoglu e Dimarco. Vera e propria emergenza per Inzaghi sugli esterni, con un momento di confusione che segue le sostituzioni: prima si passa alla difesa a 4, poi l’allenatore piacentino nota la difficoltà della propria squadra a centrocampo e allora decide di tornare al classico 3-5-2, con Dumfries e Pavard nell’inedita posizione di esterno sinistro ed esterno destro.
Prova ad approfittarne la squadra di Conte, con un assalto totale alla porta difesa da Martinez. La solidità del Biscione è evidenziata dalle chances create dai padroni di casa: oltre a una conclusione alta di Lobotka e a un missile di McTominay, sul quale il portiere spagnolo si supera, gli altri tiri sono o imprecisi o murati. Ma quando ci si difende a oltranza nella propria area di rigore, non riuscendo neanche più a uscire, prima o poi il gol arriva: una triangolazione tra Lobotka e McTominay manda a vuoto Bisseck, con lo slovacco che serve Billing a tu per tu con il portiere. Sul primo tentativo del danese Martinez è miracoloso, ma non può nulla sul comodo tap-in del centrocampista in prestito dal Bournemouth, che all’87’ riporta l’equilibrio.
Nell’ultimo minuto di recupero gli azzurri sfiorano anche la vittoria: Okafor, dopo essersi liberato di Frattesi e Pavard, la mette in mezzo, Ngonge fa la sponda, Lautaro e Bisseck si ostacolano e allora il pallone finisce prima tra i piedi di McTominay, sulla cui conclusione si oppongono Lautaro e De Vrij, e poi sul mancino di Ngonge, che Dumfries smorza e Martinez blocca. Che brivido per la Beneamata, che esce con un punto d’oro da uno degli stadi più caldi d’Italia, in una situazione di emergenza totale dovuta agli infortuni e con molta stanchezza, che è venuta fuori soprattutto nella ripresa. I partenopei, d’altro canto, non sono stati cinici come gli avversari, non sfruttando a sufficienza le occasioni. La sensazione è che se il gol del pareggio fosse stato realizzato una decina di minuti prima, la partita avrebbe potuto avere un epilogo differente, ma alla fine il primo gol italiano di Billing ha comunque impedito la fuga ai nerazzurri, mantenendo così invariata la distanza.
Udinese vs Parma
Udinese e Parma chiudono il sabato, due squadra che a inizio anno potevano avere obiettivi simili, cioè una salvezza tranquilla, ma che ora sono a ben 13 punti di differenza. I friulani, reduci da un febbraio praticamente perfetto con ben 3 vittorie e un pareggio al Maradona, partono forte e trovano il gol del vantaggio poco dopo la mezz’ora di gioco, grazie a un calcio di rigore: Balogh sporca una conclusione di Thauvin con il braccio e Maresca, dopo on field review, concede il penalty ai bianconeri. Come contro il Lecce, Lucca prende il pallone, ma questa volta solo per cederlo al all’ex Marsiglia, che è freddissimo dagli 11 metri.
Nella ripresa i Crociati vanno vicinissimi al pareggio, solo un minuto dopo l’inizio della ripresa: Estevez con un filtrante illuminante pesca Man, che tira a botta sicura sotto la traversa, senza aver però fatto i conti con i riflessi del terzo portiere Padelli, chiamato in causa per la prima volta in stagione a causa degli infortuni di Okoye e Sava. Sono ancora i Ducali a sfiorare il pari, stavolta con Almqvist: imbucata di Mandela Keita per lo svedese, che salta Padelli ma tira debolmente, agevolando il rinvio di Solet. Vince ancora l’Udinese, che si avvicina sempre più alla zona europea, mentre il Parma resta a +1 sul terzultimo posto, a 11 giornate dalla fine.
Monza vs Torino
All’ora di pranzo di domenica il Monza ospita il Torino. I Brianzoli sembrano non aver più niente da dire, quasi rassegnati di dover scendere di categoria a fine anno. Tuttavia, rispetto alle scorse uscite, si vede un atteggiamento più propositivo, nonostante gli evidenti limiti della squadra di Nesta. Il Torino, ad ogni modo, ha vita abbastanza facile, sfruttando le palle gol e gli errori avversari: al 41’, Bianco perde palla a centrocampo e innesca la ripartenza granata, guidata da Vlasic. Il croato, giunto al limite, appoggia per Lazaro che crossa di prima per Elmas, bravo a siglare il vantaggio.
Nel secondo tempo, Casadei va vicinissimo alla prima gioia personale in Serie A, ma un fenomenale riflesso di Turati nega il raddoppio al Toro. È lo stesso Casadei a firmare il 2-0, al 65’: dal fondo, Adams prova a mettere a rimorchio per un compagno, Palacios commette un errore di leggerezza e il pallone diventa buono per l’ex Chelsea, che insacca anche con l’aiuto della traversa. Termina così 0-2 tra Monza e Torino, con i biancorossi sempre più relegati all’ultima posizione in classifica e i piemontesi stabilmente all’11esimo posto.
Bologna vs Cagliari
Alle 15 si gioca sia al Dall’Ara sia al Ferraris. A Bologna arriva il Cagliari, squadra parecchio ostica che nelle ultime due partite ha frenato l’Atalanta e fatto sudare la Juventus. Pronti, via e subito Felsinei in zona offensiva, che vanno a centimetri dal vantaggio prima con Calabria e poi con Erlic, sulla cui sponda non ci arrivano né Castro né Fabbian. Ma è il Casteddu ad andare in vantaggio, con il suo miglior marcatore: Piccoli riceve palla a centrocampo, punta la difesa avversaria, scarica su Augello e si inserisce in area per contendere il traversone, che manda alle spalle dell’incolpevole Skorupski. La sbloccano i sardi al primo tiro, grazie al settimo gol in campionato di Roberto Piccoli.
Nella seconda metà di gara il Bologna riesce subito a pareggiare, tramite un calcio di rigore concesso per l’intervento in ritardo di Felici su Cambiaghi, subentrato all’intervallo: dal dischetto Orsolini spiazza Caprile. Al 54’ e al 55’ il portiere in prestito dal Napoli è formidabile, prima su Castro e poi su una deviazione “amica”: El Toto riceve palla da posizione molto defilata e prova a sorprendere l’estremo difensore del Cagliari, che respinge in angolo; sul seguente corner, Zappa devia verso la propria porta, ma sempre Caprile risponde presente e salva. Il gol sembra essere nell’aria e difatti arriva a distanza di 90 secondi: uno scatenato Cambiaghi salta Mina e crossa rasoterra per Orsolini, che non può sbagliare da pochi passi, siglando la sua prima doppietta stagionale e regalando 3 ottimi punti in ottica Europa.
Genoa vs Empoli
Il Genoa ha la possibilità di allontanare sempre più la zona retrocessione, il cui primo posto utile è occupato dall’Empoli, che non vince da quasi 3 mesi ma che ha raggiunto la semifinale di Coppa Italia, battendo la Juventus ai rigori. Partono meglio gli azzurri, che in generale attaccano con molta più convinzione rispetto all’avversario. Gyasi sfiora il vantaggio al 15’ con un tentativo in allungo, ma la sfera termina di parecchio alta sopra la traversa. La sbloccano 20 minuti più tardi i toscani, con il primo gol in campionato di Alberto Grassi: il capitano empolese si fa trovare pronto su una respinta corta della difesa e la piazza con precisione alle spalle di Leali, che vede partire il tiro quando è ormai troppo tardi.
Al 59’ va vicino al raddoppio la squadra di D’Aversa, con una combinazione tra Esposito ed Henderson che libera l’attaccante italiano: l’ex Inter colpisce a botta sicura, ma Vasquez si rende protagonista di un intervento fondamentale, che salva il risultato. I rossoblu, mai pericolosi durante la partita, riescono a pareggiare all’81’, grazie a una papera di Silvestri: sugli sviluppi di corner, Vasquez colpisce al volo ma debolmente, con la palla che però sfugge dalle mani dell’ex Verona e finisce incredibilmente in fondo alla rete. Termina 1-1 tra Genoa ed Empoli, risultato parecchio ingiusto per quanto visto durante i 90 minuti.
Roma vs Como
Alle 18 si affrontano Roma e Como, due squadre in forma e in lotta per l’Europa e la salvezza, che di questo passo può arrivare comodamente per entrambe. La formazione comasca si conferma temibile per ogni avversario, costruendo con grande qualità e dinamismo. È proprio la squadra di Fabregas ad andare in vantaggio, al 43’: errore del reparto difensivo giallorosso, che non è coordinato nei movimenti per il fuorigioco e subisce un’imbucata letale, sulla quale Ndicka non è in posizione e Mancini perde il contatto visivo con il pallone. Ne approfitta Da Cunha, che solo contro Svilar non sbaglia. Nel secondo tempo la Lupa torna con un atteggiamento diverso e, complici anche gli ingressi di El Shaarawy e Saelemaekers, guadagna sempre più fluidità di gioco. Il pareggio arriva in maniera anche un po’ fortunosa: Saelemaekers mette in movimento Celik che, giunto sul fondo, la restituisce al belga.
In area, l’ex Milan se la porta sul destro e conclude, trovando la beffarda deviazione di Goldaniga e il gol del pari. Sulle ali dell’entusiasmo, la Roma attacca a pieno organico, specialmente con Dybala, che al 63’ procura la seconda ammonizione a Kempf e mette la partita ancora più in discesa. Il gol della rimonta arriva al minuto 76 e viene siglato da Artem Dovbyk, che raccoglie un preciso suggerimento di Rensch e infila Butez con una zampata. I biancoazzurri sembrano tramortiti e senza più energie né fisiche né mentali, ma i giallorossi non riescono a controllare il possesso di palla, mostrando troppa frenesia e tenendo così in vita il Como. All’88’ i Lariani sfiorano il pareggio con Vojvoda, nell’ultima vera azione della partita: il kosovaro riceve da Fadera, finge la conclusione e se la sposta con la suola, eludendo l’intervento di Mancini, per poi tirare, centrando il legno.
Termina 2-1 per la Roma, che adesso può veramente sognare in grande dopo un inizio stagione disastroso, poiché il sesto posto dista solamente 4 punti. Claudio Ranieri è subentrato alla 13esima giornata, con tutte le insidie e le difficoltà che può portare prendere una squadra in corsa, soprattutto una squadra con grandi problematiche come lo era la Roma fino a quel momento, e l’ha portata a combattere per qualcosa in una stagione che sembrava ormai buttata. Questa è un’altra delle imprese della longeva carriera di Sir Claudio, che al 99% si ritirerà a fine stagione, anche se è bello pensare a quell’1%, a quel briciolo di possibilità che un signore del calcio possa allenare ancora.
Milan vs Lazio
A chiudere la domenica la sfida tra Milan e Lazio, sfida importante e interessante, con i rossoneri che non possono più permettersi passi falsi fino a fine anno, mentre i biancocelesti hanno la possibilità di superare, almeno per una notte, la Juventus. Ancora prima di parlare del match, c’è da segnalare il clima surreale di San Siro, con tutta la Curva Sud deserta fino al quarto d’ora per protesta, contro Cardinale, la società, apparentemente assente, e la squadra, che a inizio marzo è fuori dalla Champions League, nona in campionato e in lotta solo per la conquista della Coppa Italia. Il clima rimarrà ostile per tutta la partita, con un coro particolarmente intonato, che invita Cardinale alla cessione del club, e bordate di fischi ad ogni errore. Il Diavolo sente la pesantezza dell’aria del Meazza e, forse anche per questo, è la Lazio a partire meglio. Al 3’ sfiora subito il gol la squadra capitolina, con Boulaye Dia: il senegalese, su invito in profondità di Rovella, si fa ipnotizzare da Maignan, che con un’ottima parata di piede respinge il tiro.
Il vantaggio delle Aquile arriva al 28’, sfruttando un errore di Pavlovic: Marusic di prima prova a servire Tchaouna, ma il passaggio viene calibrato male ed è facile preda della difesa. Tuttavia Pavlovic, anziché lasciar scorrere nella “terra di nessuno”, decide di rinviare, restituendo palla a Marusic, che stavolta riesce a servire sulla corsa il numero 20. Tchaouna completa il triangolo con il montenegrino che va alla conclusione, sulla cui respinta Zaccagni realizza l’1-0. Vantaggio meritato, seguito dai fischi assordanti del pubblico di casa, in segno di evidente disapprovazione. Al 67’ momento chiave del match: Fofana prova lo sfondamento per arrivare in area avversaria, ma viene fermato dai biancocelesti che ripartono velocemente in contropiede con Isaksen. Il danese riceve da Guendouzi e corre velocissimo, con Pavlovic che lo stende in campo aperto. Per l’arbitro Manganiello la scivolata del serbo è meritevole del cartellino rosso, che condanna la squadra di Conceicao a giocare in inferiorità numerica per oltre 20 minuti.
Nonostante l’uomo in meno, il Milan riesce a trovare il gol del pareggio, a 6 dal 90’: Leao con un ottimo traversone trova smarcato Chukwueze, che di testa realizza un gran gol e riporta l’equilibrio. Ma nell’ultimo minuto di partita, quando oramai il risultato sembra scritto, ecco il colpo di scena finale: Isaksen salta Maignan, che in uscita colpisce con il ginocchio l’ex Midtjylland. Dopo essere stato richiamato al monitor, il direttore di gara assegna la massima punizione alla compagine di Baroni: dagli 11 metri Pedro è glaciale, regalando così ai suoi una notte al quarto posto. Continua il terribile periodo dei rossoneri, che occupano ora la nona posizione in classifica, a ben 9 punti (potenzialmente 11) dalla zona Champions.
Chiude la 27esima giornata il posticipo tra Juventus e Verona, con i bianconeri reduci dalla cocente delusione per l’eliminazione in Coppa Italia per mano dell’Empoli, che ha alzato parecchi dubbi sulla posizione di Thiago Motta, non così salda come a inizio stagione.
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