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5 ottobre

Oggi, ma nel 1860, a Isernia, si compiva il secondo e più rilevante sollevamento popolare antiunitario dopo quello del 30 settembre precedente. Sostanzialmente la sommossa era un trionfo per i borbonici.

La rivolta si propagava nell’interno del territorio molisano, fino al lambire Campobasso. I moti avvenivano a ventiquattro ore di distanza dalle celebrazioni, che avevano interessato gran parte della regione, in onore dell’onomastico di re “Franceschiello”, sovrano del regno delle Due Sicilie, sul trono dal 22 maggio 1859 e che rimarrà in carica formalmente fino al 20 marzo 1861, quando si compirà l’annessione del Mezzogiorno sotto il tricolore con la croce savoiarda.

Isernia veniva pacificata da Luigi Scotti Douglas, maresciallo di campo di Francesco II, direttamente inviato dalla testa coronata per controllare la ribellione (nella foto, particolare, illustrazione intitolata “Una scena della reazione di Isernia”, pubblicata sul “Il Mondo illustrato”, di Torino, nell’edizione del 16 febbraio 1861, raffigurante il linciaggio dei liberali filo unitari nella giornata legittimista).

La presa di posizione di Isernia anticipava il passaggio di Vittorio Emanuele II, prossimo padre della Patria, che il 22 ottobre transiterà diretto a Teano per incontrare Garibaldi, alloggiando a Palazzo D’Avalos. Ma l’arrivo del futuro “re galantuomo” sarà preceduto, il 17 ottobre, dalla battaglia di Pettoranello e Carpinone.

Lo scontro si consumerà tra la legione del Matese del contingente di camicie rosse, al seguito dell’Eroe dei due mondi, e le forze duo-siciliane di stanza nel circondario che vedrà soccombere la formazione agli ordini del colonnello Francesco Nullo.

La controversa vicenda verrà affrontata nel volume “La questione di Isernia su’ movimenti popolari 30 settembre e 5 ottobre 1860”, che sarà pubblicato nel 1863, di autore anonimo.